Cresce l’uso di smartphone e tablet in azienda, ma in pochi casi vengono rafforzate le misure per la protezione dei dati. A dirlo una ricerca Trend Micro, secondo cui sebbene il 59% delle imprese in Italia (superate solo da quelle olandesi con 67% e seguite da quelle francesi con il 52%) consenta ai propri dipendenti l’utilizzo delle tecnologie mobili personali anche per attività lavorative, un’azienda su tre non ha definito alcuna procedura per la protezione dei suoi dati e l’intero sistema lavoro è a rischio.
L’utilizzo dei dispositivi mobili personali a scopi lavorativi, infatti, produce notevoli vantaggi in fatto di flessibilità e comodità, assicurando un incremento della produttività personale e un migliore equilibrio tra vita privata e professionale. Ma c’è anche un “rovescio della medaglia”. Con l’aumento e la diversificazione delle fonti di accesso ai dati aziendali, crescono anche i rischi per le imprese di subire intrusioni e perdite dei dati, così come i rischi di attacchi informatici che possono causare gravi danni al business.
Stando ai numeri, il 69% del campione i dispositivi sono forniti dall’azienda, mentre per il restante 30% sono “strumenti” scelti e acquistati direttamente dal dipendente.
Le aziende italiane, attraverso la consumerizzazione si aspettano benefici relativi all’incremento della produttività (48%) e una riduzione dei costi operativi (40%). Dal punto di vista dei lavoratori, invece, i vantaggi della consumerizzazione riguardano prima di tutto la comodità (55%), la possibilità di lavorare da remoto o da casa per il 43%, e l’ utilizzo del medesimo strumento sia per il lavoro che per attività personali (40%).
Per quanto riguarda invece gli aspetti relativi alla sicurezza delle informazioni, le aziende intervistate, a fronte della diffusione molto rapida dei personal devices tra i propri dipendenti, ammettono di essere state colte impreparate ad affrontarla attraverso una gestione pianificata e organica. Una percentuale considerevole di imprese italiane intervistate consente l’accesso attraverso dispositivi mobili anche ad aree riservate contenenti informazioni strategiche come database (32%), Crm (17%), dati finanziari (11%) e documenti di strategie e pianificazione (11%).
Il 70% delle imprese italiane non assicura ai propri dipendenti il supporto attraverso le strutture IT per quanto riguarda i personal devices, esponendosi così a considerevoli rischi. Le procedure di sicurezza adottate dalle imprese italiane sono spot e non coprono tutte le tecnologie e apparecchiature. Solo il 49% prevede “policy” per gli smartphone e solo il 40% per i tablet, sia per il loro utilizzo da casa o in ufficio, e il 30% delle imprese italiane non ha ancora previsto delle procedure per il loro utilizzo in ambito lavorativo.
Un dipendente su 4 (24%), che utilizza i personal devices per lavoro, non è a conoscenza neppure degli strumenti e tecniche di base per la protezione dei dati e delle informazioni, mentre il 33% non è a conoscenza delle procedure di sicurezza adottate dall’azienda.