L’erede del silicio, il grafene, si prepara a fare il grande salto che gli permetterà di entrare nella produzione industriale, con l’aiuto di un progetto europeo guidato dall’Italia, con l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (Inrim). E’ un passaggio decisivo, che apre la strada all’elettronica del futuro, con tablet flessibili o perfino arrotolabili come pergamene, e che richiede misure affidabili e standardizzate. “Transistor, microprocessori e circuiti integrati potranno beneficiare della mobilità degli elettroni che nel grafene è particolarmente elevata”, osserva Luca Callegaro, ricercatore dell’Inrim e coordinatore del progetto triennale Grace, finanziato dal programma europeo Empir, il cui obiettivo è produrre conoscenze sulle proprietà del grafene da utilizzare come base per elaborare una normativa internazionale.
Le misure permetteranno innanzitutto di confrontare le tecniche volte alla produzione industriale finora messe a punto, tutte costose e difficili, per cercare soluzioni più accessibili. E’ anche necessario stabilire regole per la produzione industriale che garantiscano la qualità del prodotto finale. Partecipano ai lavori, appena avviati, gli istituti metrologici di Spagna (Cem, Centro Espaol de Metrología) e Regno Unito (Npl, National Physical Laboratory e Università di Manchester) con le aziende spagnole DasNano e Graphenea, la tedesca Isc (International Standards Consulting) e gli enti normativi Vde (Verband der Elektrotechnik, Elektronik und Informationstechnik), l’Associazione per le tecnologie elettriche, elettroniche ed informatiche con sede di Germania, e Iec (International Electrotechnical Commission).
“Dai nostri esperimenti – rileva Callegaro – deriveranno le linee guida sulla base delle quali lo Iec potrà redigere la normativa e allora il grafene, realizzato secondo standard riconosciuti e dotato di proprietà definite e certificate, potrà trovare tutte le applicazioni che le sue molteplici proprietà suggeriscono.