Due articoli 29, uno con l’indicazione dei tagli alla spesa della PA in IT e l’altro senza. Sui social è stata un’intensa giornata di botta e risposta fra gli addetti ai lavori per venire a capo di quello che sembrerebbe un giallo nel giallo. Ci sono due documenti differenti in circolazione? E qual è quello definitivo? E c’è chi persino esulta invitando tutti a collegarsi al sito del Senato (dove è approdata la Legge di Stabilità) dove è pubblicata la versione della Legge di Stabilità senza tagli: un’ufficialità che sembrerebbe fugare ogni dubbio.
Qui le due versioni dell’articolo 29: senza tagli e con i tagli
Ma la faccenda è più cristallina di quel che appare: ci sono sì due articoli 29 ed è vero che in uno sono contenute le indicazioni sul taglio del 50% alla spesa 2016 e nell’altro no, ma sono entrambi nella Legge di Stabilità. Come è possibile? Presto detto: la Legge di Stabilità si divide in due parti, la prima riguarda Relazione illustrativa di tutti gli articoli (senza scendere nei dettagli) e la seconda mette nero su bianco i contenuti esatti delle misure. Ecco allora che l’articolo 29 nella relazione introduttiva a pagina 36 appare più stringato di quello completo pubblicato a pagina 312.
Resta da sciogliere invece, e questo sì che può considerarsi un giallo, l’arcano dell’inserimento dei tagli. Uno scherzetto a Renzi mentre volava a Bogotà? Un errore grossolano? O la volontà deliberata del governo di ridurre effettivamente la spesa in Ict? Al momento nessuno dell’esecutivo e nessun “uomo” di Renzi si è preso la briga di chiarire la faccenda in una direzione o nell’altra. A quanto risulta a CorCom l’articolo 29 è stato inserito “last minute” nel documento: non appariva infatti nella versione datata 21 ottobre dove
sotto il numero dell’articolo c’era scritto “istruttoria in corso”. Forse in corso d’opera è stato commesso qualche strafalcione? O si è aspettato l’ultimo momento per farla franca ed evitare che qualcuno polemizzasse sull’articolo prima che fosse inserito nel testo? In attesa di risposte si fanno i primi conti: la “manovrina” vale almeno 3 miliardi di euro.