“Gli utenti vanno dove c’è innovazione”: lo ha detto Talmon Marco, fondatore e Ceo di Viber Media, pronunciando una sorta di difesa d’ufficio degli Ott (Over the top) – qual è la sua società, che offre un servizio di free messaging – al Mobile World Congress 2013 di Barcellona. L’ha fatto scendendo direttamente nella fossa dei leoni, ovvero all’interno di un dibattito con i numeri uno di alcune telco internazionali, che da tempo accusano gli Ott come Skype e WhatsApp di sfruttare le loro infrastrutture e i loro investimenti per alimentare i propri ricavi senza alcun ritorno economico per gli operatori telefonici.
Innanzitutto Marco ha sottolineato la costante volontà degli Ott di perseguire l’innovazione. “Non c’è differenza – ha detto – tra gli sms del 1993 e quelli del 2013, mentre Viber, a due anni dal lancio, ha aggiunto il group messaging, la conferma di ricezione, indicatori sull’attività degli altri utenti, condivisione della location e foto ad alta qualità. Ci piace entusiasmare i nostri clienti con elementi nuovi e interessanti”.
L’amministratore delegato ha poi fatto l’esempio del Principato di Monaco, dove il 90% dei 35.000 abitanti usa Viber nonostante gli sms siano gratuiti nel Paese.
Ha quindi sottolineato che il suo business ha costi contenuti: “La nostra intera infrastruttura costa meno di 200mila dollari al mese” ha detto.
Rispondendo al Ceo di Deutsche Telekom, Rene Obermann, per il quale gli Ott basano il loro rapporto con i carrier sul concetto “Tu investi, noi ci prendiamo i profitti”, Talmon Marco ha suggerito una strada per la riconciliazione. Ha affermato che non pagherà le telco per i servizi gratuiti, ma è intenzionato a dividere i ricavi per i servizi a pagamento. “Siamo pronti a spartirci i guadagni quando facciamo pagare gli utenti per un servizio” ha confermato.
Contestualmente Viber ha annunciato di aver superato i 160 milioni di utenti nel mondo (70 ha guadagnati dalla fine di luglio). Una buona parte della quota complessiva, ovvero 50 milioni, vive in Asia.