Il braccio di ferro tecnologico tra Stati Uniti e Cina risparmierà le Internet companies cinesi, mentre farà sentire gli impatti più significativi sulle aziende delle attrezzature Tlc e, in particolare, su Huawei. Lo ha affermato Elinor Leung, China internet analyst della società di brokerage CLSA, intervenendo nel programma Squawk Box Asia del canale televisivo americano Cnbc.
Aziende come Alibaba, Tencent, Baidu, JD.com e NetEase, infatti, non sono dipendenti da fornitori esteri per comprare tecnologie essenziali per i loro prodotti come accade per Huawei e gli altri vendor, che comprano all’estero molte componenti tra cui, fondamentali, i chip.
La quotazione secondaria fa da “backup”
“L’impatto per le Internet companies cinesi….sarà inferiore rispetto a quello sui fornitori di apparati di telecomunicazione perché non c’è value chain all’estero. Tra l’80% e il 90% dei loro ricavi è generato in Cina e il loro business è quindi difficile da colpire”, ha affermato la Leung. “Queste aziende si basano sulla loro tecnologia proprietaria”.
Alcune delle maggiori Internet companies cinesi sono quotate sui listini americani, tra cui le citate Alibaba, Baidu, JD.com e NetEase. Negli scorsi mesi, queste stesse aziende hanno effettuato delle quotazioni secondarie sulla Borsa di Hong Kong e ciò, sottolineano gli esperti, serve anche da “backup” in caso vengano espulse da Wall Street se dovessero diventare “non compliant” con una legislazione Usa in continua evoluzione per colpire le aziende della Cina.
L’online non è “politicamente sensibile”
La Leung ha portato l’esempio di Tencent, il colosso tecnologico cinese proprietario della app di messaggistica WeChat. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha emanato lo scorso mese un ordine esecutivo contro la app, per poi aprire uno spiraglio all’utilizzo di WeChat per le aziende Usa. L’analista ritiene comunque che nemmeno un bando totale avrebbe un grave impatto su Tencent.
“I ricavi di Tencent da WeChat negli Usa rappresentano meno del 2% del totale, non distribuiscono molti contenuti su questa app”. Tencent usa invece Google Play e App Store di Apple per distribuire la maggior parte dei suoi giochi e, comunque, la maggior parte delle revenue è prodotta in Cina. “È relativamente difficile creare problemi alle Internet companies cinesi”.
A differenza delle attrezzature telecom, i giochi e le altre applicazioni online “sono meno esposti alle questioni di carattere politico”, ha sottolineato la Leung. “Qui le aziende cinesi avranno molte più opportunità di espandersi all’estero”, ha detto, aggiungendo che la Cina “è molto avanti” agli Usa in termini di sviluppo dei giochi mobili, perché in America dominano ancora le console.
Dati di Sensor Tower indicano che a luglio i due giochi mobile con i ricavi più alti – PUBG Mobile e Honor of Kings — sono entrambi di proprietà di Tencent. Il primo ha portato nelle casse dell’azienda 208,8 milioni di dollari di spesa da parte negli utenti nel mese di luglio (+10,8% anno su anno); oltre metà dei ricavi viene dalla Cina e solo il 10% dagli Usa.