Il 90% delle aziende con presenza globale ha difficoltà a implementare politiche di inclusione e diversity all’interno dei propri team tecnologici e IT. Un errore che però può costare caro: le pratiche di diversity & inclusion costituiscono un driver di innovazione e differenziazione (67%), fanno aumentare i ricavi (56%) e migliorano la customer satisfaction (51%). Emerge dal report di Capgemini Research Institute secondo cui le organizzazioni dotate di team tecnologici diversi e inclusivi hanno una probabilità 4 volte maggiore di progettare prodotti inclusive.
Il riconoscimento da parte dei vertici aziendali di questa situazione, si legge nel report dal titolo The key to designing inclusive tech: creating diverse and inclusive tech teams diventa necessario per riuscire ad accedere a comunità diverse, oltre a permettere alle organizzazioni di cogliere opportunità in termini di innovazione, ricavi e valorizzazione del brand.
Inadeguate le politiche di inclusione nel tech
Durante la pandemia, le aziende sono state soggette a pressione per reclutare talenti con competenze tecnologiche da un bacino sempre più ristretto. Se da un lato le imprese hanno faticato a individuare persone con le competenze richieste, dall’altro l’attenzione per le buone pratiche di inclusione e diversity si è ridotta.
Emerge un divario tra la percezione positiva della leadership relativa all’inclusione nei team IT e tecnologici e la realtà vissuta da donne e minoranze etniche che fanno parte degli stessi team.
Secondo il report, l’85% dei dirigenti ritiene che le loro organizzazioni forniscano pari opportunità di carriera e promozione a tutti i dipendenti, ma solo il 19% delle donne e dei dipendenti appartenenti a minoranze etniche è d’accordo.
Gap di percezione fra dirigenti e donne
Questo divario si somma a un problema di Diversity, Equity and Inclusion che si sta diffondendo tra i settori che distribuiscono soluzioni tecnologiche agli utenti finali, in quanto il management è convinto che si stiano facendo dei progressi in tal senso, mentre i dipendenti continuano ad avere un’opinione negativa.
Solamente il 16% delle donne e delle persone appartenenti a minoranze etniche ritiene inoltre che la loro rappresentazione sia adeguata all’interno dei team IT e tech, dove solo un dipendente su cinque è donna, e uno su sei appartiene a una minoranza etnica.
Quando si tratta di opportunità di carriera nell’area tecnologica, il divario è evidente: per esempio, solo il 22% dei dipendenti neri con mansioni nell’area tech sente di avere le stesse opportunità di crescita offerte ai colleghi non appartenenti a una minoranza etnica.
Tecnologia “discriminatoria” per i consumatori
I consumatori stanno assistendo a un certo grado di discriminazione attraverso la tecnologia a causa di pratiche di inclusione e diversity inadeguate da parte di aziende con un posizionamento globale. Nel settore dei servizi finanziari, per esempio, il 50% dei clienti appartenenti a minoranze etniche ritiene che sia stato offerto loro un credito inferiore per alcuni prodotti di banking online, rispetto al 28% di quelli non appartenenti a minoranze etniche.
In ambito healthcare, invece, il 43% delle donne e dei consumatori appartenenti a minoranze etniche ritiene che non siano state presentate loro strutture sanitarie di alto livello o che offrono servizi molto specializzati.
I consumatori sono inoltre sempre più consapevoli di come l’utilizzo dei loro dati possa avere per loro ripercussioni negative. Per esempio, due terzi (66%) dei consumatori appartenenti a minoranze etniche si dicono preoccupati del fatto che i loro dati personali possano avere un impatto negativo sulle loro opportunità di lavoro.
Diversità e inclusione per l’ingaggio dei talenti
“In un mondo caratterizzato da una domanda crescente di prodotti e servizi alimentati dalla tecnologia – dice Alessandra Miata, Csr Director di Capgemini in Italia – e liberi da ogni forma di discriminazione e inclusivi fin dalla progettazione, l’importanza di avere team, culture e pratiche inclusive è più rilevante che mai. Eppure, vediamo un significativo gap non solo per quanto riguarda l’inclusività della forza lavoro nelle aree tech, ma anche nella percezione della leadership rispetto allo stato di inclusione di donne e minoranze etniche. Questo studio richiama l’attenzione sull’urgenza di affrontare questa realtà da parte delle organizzazioni tecnologiche e dei loro leader, che devono focalizzarsi sul miglioramento di diversità e inclusione in un ambiente in cui è essenziale essere in grado di attrarre i migliori talenti”.
Correzione dei bias degli algoritmi
Le organizzazioni, secondo il report, hanno bisogno di costruire una strategia di inclusione efficace, oltre ad aumentare l’educazione e la consapevolezza sul tema da parte della leadership. Le aziende devono implementare processi, politiche e sistemi di valori che promuovano l’inclusione, tra cui l’introduzione di politiche per la tutela della diversità e contro le molestie, oltre a un mandato specifico per i team tecnologici.
I leader devono garantire che donne e dipendenti appartenenti a minoranze etniche abbiano le stesse opportunità di crescita professionale, di progresso e di collaborazione nello sviluppo dei prodotti, ponendo al contempo le basi tecniche e di dati per misurare, monitorare e migliorare i risultati in termini di inclusione.
Devono inoltre essere implementati sistemi di intelligenza artificiale equi, controllando e correggendo gli eventuali bias degli algoritmi. Infine, le organizzazioni devono fare della diversità degli utenti finali il fulcro della progettazione, dello sviluppo e della distribuzione di prodotti e servizi tecnologici.