Il dibattito sulle smart city in Italia si fa sempre più vivace ma, paradossalmente, sembra sempre più focalizzato su poche parole chiave: tecnologia, mobilità, sostenibilità. Si parla molto di infrastrutture, di reti, di edifici, di mezzi di trasporto, ma si parla molto poco dei destinatari di questi manufatti: le persone. E ancora meno si ragiona sui vantaggi che una città intelligente dovrebbe portare nella vita delle fasce più deboli della popolazione, coloro ai quali sono tradizionalmente destinati i servizi di welfare.
La strada dello smart welfare, seguita da numerosi comuni europei di piccole e medie dimensioni, rappresenta la soluzione più efficace per coniugare innovazione e fornitura di servizi alle categorie più in difficoltà a livello locale, con un notevole risparmio di costi e di energie per le amministrazioni pubbliche.
In Italia, se ci fermiamo ai dati disponibili, la spesa per l’assistenza sociale erogata a livello locale nel 2008 ammontava a 6 miliardi e 662 milioni di euro, con famiglie, minori, anziani e persone con disabilità tra i principali destinatari delle prestazioni, con oltre l’82 per cento delle risorse complessive sul welfare impiegate in servizi di assistenza. L’utilizzo delle nuove tecnologie per la rifunzionalizzazione dei servizi di cura e assistenza potrebbe portare, anche in Italia, un notevole risparmio economico garantendo una qualità elevata di servizio e tutelando la sempre più forte funzione sociale acquisita dai comuni negli ultimi anni.
E in Europa? Il comune belga di Harelbeke ha realizzato un “ufficio virtuale” per favorire un migliore utilizzo dei servizi per il cittadino offerti dall’amministrazione locale ai residenti. La Digital Social House del comune fiammingo di 26mila abitanti offre una descrizione accurata e user-friendly dei singoli servizi pubblici, rispondendo alle domande più frequenti degli utenti su destinatari, contenuti e costi delle diverse azioni. Il sistema, mutuato dall’approccio britannico ai servizi municipali Uk Esd, si basa su un database che consente diverse tipologie di visualizzazioni delle informazioni richieste dall’utente e, al contempo, una più rapida capacità di intervento e di risposta da parte dei funzionari addetti ai diversi servizi municipali.
Numerose imprese del territorio hanno partecipato alla fase di test dell’iniziativa che nel 2007 ha ricevuto il premio per la migliore soluzione per le autorità locali adottata nelle Fiandre.
L’adozione di una piattaforma open data per la definizione di politiche di welfare locali mirate sui bisogni della popolazione è invece l’iniziativa portata avanti nei comuni della contea di Norfolk, in Gran Bretagna. L’osservatorio, disponibile su www.norfolkdata.net, comprende dati su una vasta gamma di settori urbani, dall’occupazione alla povertà urbana fino ai tassi di criminalità e agli indicatori di salute pubblica. Obiettivo dell’Osservatorio è quello di diventare punto di riferimento principale per la fornitura degli indicatori socio-economici dell’intera contea a soggetti pubblici e mondo imprenditoriale, per la definizione di politiche e interventi di promozione dell’occupazione a livello locale. La definizione di servizi di supporto all’impiego online rivolti ai più giovani è al centro del progetto Welgeleghen adottato da Noorderport, la rete di ventidue scuole dei comuni della regione di Groningen, in Olanda. Gli studenti tra i diciassette e i venticinque anni sono il target dell’iniziativa che promuove l’apprendimento interattivo attraverso questo strumento online concepito come una vera e propria città virtuale.
Sul portale per gli studenti è infatti possibile trovare offerte di lavoro da soggetti pubblici e privati, una biblioteca online e i quotidiani del giorno in libera consultazione, oltre ad una serie di nuove funzioni aggiornate di continuo dagli sviluppatori del progetto.
L’applicazione delle tecnologie digitali nel campo dei servizi sanitari è particolarmente sviluppato invece in Estonia, dove la contea di Vorumaa ha messo a punto il Radiological Info System che mette in rete gli ospedali della parte meridionale del paese baltico attraverso l’uso della banda larga. Il progetto punta a raccogliere in un archivio digitale gli esami radiologici per favorire una più veloce consultazione da parte dei medici di base, che possono fornire diagnosi ai pazienti anche a distanza, con notevoli vantaggi per i residenti di questa zona rurale con centri abitati talvolta molto distanti tra loro.