Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, l’industria italiana delle tecnologie – Elettrotecnica ed Elettronica – rappresentata da Confindustria Anie ha mantenuto a febbraio 2012 andamenti disallineati nei dati di produzione industriale.
A febbraio 2012, nel confronto con lo stesso mese del 2011, l’Elettrotecnica ha evidenziato una flessione dei livelli di attività del 10,8%. L’Elettronica, che aveva chiuso il 2011 con un andamento negativo, ha, al contrario, messo a segno una crescita della produzione industriale del 5% (-7,5% la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale).
Nel confronto congiunturale le due macro-aree mostrano andamenti allineati. A febbraio 2012, nel confronto con gennaio 2012, l’Elettrotecnica ha evidenziato un incremento dei livelli di attività dell’1,1%; l’Elettronica dello 0,8%.
Nella media dei primi due mesi del 2012, nel confronto con l’anno precedente, l’Elettrotecnica ha evidenziato un risultato cumulato annuo negativo (-10,8%); l’Elettronica ha mostrato, al contrario, un incremento del 3,7% (-6,3% la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale).
"A febbraio 2012 la produzione industriale nei settori Anie ha evidenziato dinamiche contrastanti, che risentono al tempo stesso del diffuso clima di incertezza sul fronte interno e dei primi segnali di svolta congiunturale in alcuni mercati internazionali – ha commentato il presidente di Confindustria Anie Claudio Andrea Gemme – I dati si inseriscono in uno scenario economico che esprime andamenti molto differenziati, fra aree geografiche, fra settori industriali e, anche, fra imprese che operano in uno stesso mercato. L’avvitamento recessivo a cui stiamo assistendo interessa soprattutto l’Unione europea, mentre altre economie hanno mostrato una maggiore tenuta. Si mantiene elemento discriminante la capacità delle imprese di agganciare spunti di crescita nelle nicchie più innovative e nei mercati esteri più dinamici. Le prospettive per il 2012 si mantengono comunque incerte. Restano elevati i fattori di instabilità che minano la tenuta del quadro macroeconomico, dalla mancanza di liquidità alla debolezza degli investimenti. Il mercato interno continua a rappresentare l’anello più debole della domanda rivolta ai settori Anie. Le prospettive di crescita per l’industria delle tecnologie restano sempre più legate al canale estero, un elemento che da un lato testimonia la vitalità delle imprese e il riconoscimento nei mercati internazionali dell’eccellenza tecnologica che esse esprimono, dall’altro le espone maggiormente ai cambiamenti di scenario. Senza il sostegno della domanda nazionale è difficile garantire continuità alla ripresa e alla tenuta occupazionale. I costi competitivi di un mercato interno sempre più debole si mantengono elevati per le imprese, anche rispetto ai principali competitor industriali europei".
"Per una vera svolta ciclica nel mercato nazionale occorre sostenere con forza la crescita, che non è antitetica al rigore ma, per lasciarsi alle spalle la recessione, deve invece essere a esso complementare” – ha proseguito Gemme. “Per fare questo resta prioritario dare impulso agli investimenti, la componente più strategica che concorre alla formazione del Prodotto interno lordo nazionale. Guardo pertanto con favore all’inserimento nell’agenda delle riforme di un punto importante come le infrastrutture, il cui rilancio è fondamentale per dare nuovo impulso allo sviluppo".