Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, l’industria italiana
delle tecnologie – Elettrotecnica ed Elettronica – rappresentata da
Confindustria Anie ha mostrato ad agosto 2011 segnali disallineati
nell’andamento della produzione industriale.
Ad agosto 2011, nel confronto con lo stesso mese del 2010,
l’Elettronica ha evidenziato una riduzione della produzione
industriale dell’1,5%. L’Elettrotecnica, al contrario, ha
registrato una crescita del 2% (+4,5% la corrispondente variazione
nella media del manifatturiero nazionale).
Anche nel confronto congiunturale si mantengono andamenti
disallineati fra le due macro-aree. Ad agosto 2011 nel confronto
con luglio 2011 l’Elettronica ha evidenziato una flessione dei
livelli di attività dello 0,7%; mentre l’Elettrotecnica ha
segnato un incremento del 4,5%. Nella media dei primi otto mesi del
2011, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente,
entrambi i settori Anie mantengono un risultato cumulato annuo
negativo (-2,6% per l’Elettrotecnica; -3,7%per
l’Elettronica).
"Dopo i mesi estivi gli effetti del rallentamento della
ripresa si fanno più intensi sull’attività delle imprese Anie.
Il dato di agosto conferma queste tendenze – ha commentato il
presidente di Confindustria Anie Claudio Andrea Gemme – Il cammino
di recupero dei livelli produttivi intrapreso ormai da più di un
anno dai settori Anie non ha potuto compiere pienamente il suo
percorso. Si evidenziano segnali disallineati sulla tenuta della
ripresa nei diversi comparti. E’ in particolare l’Elettronica,
che grazie al riaccumulo delle scorte aveva svolto un ruolo di
primo piano nei primi passi verso l’uscita dalla crisi, a
registrare un nuovo arretramento. L’Elettrotecnica muove in
controtendenza, mostrando un recupero in quei segmenti
dell’offerta che continuano a beneficiare degli investimenti in
nuove reti nei mercati più strategici oltreconfine. Continuano a
essere maggiormente penalizzati i comparti più legati alle
dinamiche della domanda interna".
"L’economia mondiale sta attraversando una fase estremante
critica. Crescono sfiducia e incertezza nei principali mercati –
ha proseguito Gemme – Il rischio maggiore è che in chiusura 2011
si indebolisca il contributo del canale estero, che così ampio
sostegno ha fornito alla ripresa dei settori Anie nel 2010 e nella
prima metà dell’anno in corso".
"In questa nuova fase della crisi molte economie
dell’Eurozona si trovano nell’occhio del ciclone. Il nostro
Paese vive un momento di eccezionale gravità – ha concluso Gemme
– che si ripercuote sulle potenzialità di crescita della domanda
interna. I vincoli di bilancio impongono un ridimensionamento della
spesa, con gravi danni sulla capacità del Paese di progettare
investimenti nel breve e più lungo termine. Per ridare slancio
alla crescita è importante avviare una riflessione ad ampio raggio
sugli investimenti in infrastrutture, individuando interventi
innovativi per migliorare e potenziare le reti nazionali. In un
contesto di scarsa disponibilità di risorse, penso anche al ruolo
di primo piano che la manutenzione potrebbe svolgere per stimolare
la domanda interna e quindi per riqualificare il patrimonio
infrastrutturale esistente".