La Presidenza del Consiglio e i negoziatori del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla Piattaforma delle tecnologie strategiche per l’Europa (Strategic Technologies for Europe Platform, Step).
Il framework, scrive il Consiglio in una nota, mobiliterà investimenti nei settori della tecnologia digitale, delle tecnologie pulite e delle biotecnologie, con l’obiettivo generale di rafforzare la sovranità e la competitività a lungo termine dell’Ue nelle tecnologie critiche. In particolare, per potenziare la capacità di investimento nel settore militare, saranno stanziati altri 1,5 miliardi di euro a favore del Fondo europeo per la Difesa.
Gli strumenti a disposizione degli Stati membri
Attraverso una combinazione di incentivi finanziari e misure per facilitare il finanziamento dei progetti, la piattaforma farà leva sui finanziamenti a sostegno delle tecnologie critiche nell’ambito dei programmi e dei fondi Ue esistenti, tra cui quello della politica di coesione, InvestEe, Horizon Europe, il Fondo europeo per la difesa, il Fondo per l’innovazione e lo Strumento per la ripresa e la resilienza.
Durante i negoziati, i colegislatori hanno chiarito l’ambito degli investimenti coperti da Step. Tenendo conto delle differenze tra gli Stati membri, hanno concordato di garantire il sostegno all’intera catena del valore delle tecnologie critiche, come proposto dalla Commissione, nonché ai servizi associati. Alla Commissione è stato chiesto di fornire indicazioni su come le tecnologie saranno valutate come critiche ai fini degli investimenti Step.
Il marchio e il portale della sovranità
Nell’ambito di Step, ai progetti che contribuiscono agli obiettivi della piattaforma verrà assegnato un “marchio di sovranità” (inteso come quality label) che li aiuterà ad accedere ai finanziamenti dell’Ue e ad attrarre altri investimenti. Verrà inoltre creato un portale della sovranità (inteso come sportello unico) specificamente dedicato alle opportunità di finanziamento per i progetti legati a Step.
Durante i negoziati, il Consiglio e il Parlamento hanno chiarito il ruolo della Commissione nell’implementazione della piattaforma e hanno sottolineato il suo ruolo nella promozione del marchio di sovranità e nel miglioramento della visibilità dei progetti che hanno ottenuto questo riconoscimento.
Un elemento importante del piano è costituito, come detto, dagli incentivi finanziari per incanalare i fondi della politica di coesione verso investimenti in tecnologie critiche. Ciò aiuterà tutti gli Stati membri a sviluppare le proprie capacità e contribuirà a creare condizioni di parità per gli investimenti in tecnologie critiche nel mercato unico.
A tal fine, si applicherà un tasso di cofinanziamento del 100% e un tasso di prefinanziamento del 30% per le priorità Step nel periodo di programmazione 2021-2027. Saranno possibili anche investimenti in grandi aziende. Considerando la continua pressione di bilancio negli Stati membri, un tasso di cofinanziamento del 100% sarà applicato retroattivamente anche ai programmi di coesione 2014-2020 nell’ultimo anno contabile, mentre la scadenza per la presentazione delle domande di pagamento sarà prorogata di 12 mesi.
Maggiore flessibilità sugli obiettivi climatici
Per incoraggiare ulteriormente l’adozione di Step nell’ambito dei fondi della politica di coesione, i colegislatori hanno anche concesso agli Stati membri una maggiore flessibilità per raggiungere gli obiettivi climatici nell’ambito del Fondo europeo di sviluppo regionale (30%) e del Fondo di coesione (37%), conteggiando i “progetti in eccesso” nell’ambito di un fondo ai fini dell’obiettivo dell’altro.
Allo stesso tempo, si applicherà un tetto del 20% agli investimenti Step del Fondo europeo di sviluppo regionale, per garantire che questo fondo continui a concentrarsi sui suoi obiettivi originari. Gli Stati membri avranno la possibilità di modificare i programmi – e di conseguenza gli Accordi di Partenariato – nel 2024 attraverso una procedura accelerata, con l’obiettivo di ricevere il prefinanziamento per i progetti legati a Step già da quest’anno, oltre a ulteriori modifiche nel 2025 entro il calendario della revisione intermedia.