Al convegno "Telco per l’Italia! Il ruolo delle infrastrutture e dei servizi di telecomunicazione a supporto dell’Agenda Digitale e della ripresa economica" organizzato dal Corriere delle Comunicazioni e tenutosi oggi a Roma, il dibattito sull’Agenda digitale non poteva non essere uno dei protagonisti: in ritardo rispetto all’Europa, anche noi finalmente ci siamo dotati di una Digital Agenda e oggi fervono i lavori su misure e proposte da inserire nel decreto legislativo che dovrebbe far decollare investimenti in banda larga e nuova economia, come ha sottolineato il giornalista Alessandro Longo, moderatore della tavola rotonda sull’Agenda digitale insieme a Francesco Sacco, professore dell’Università dell’Insubria ed EntER-Università Bocconi.
“Il ministero dell’Istruzione sta seguendo la cabina di regia dell’Agenda digitale italiana che coordina sei tavoli di lavoro: l’obiettivo è arrivare a un decreto Digitalia per il 15 giugno”, ha annunciato Mario Calderini, Consigliere per la ricerca e l’innovazione del Miur. Il Miur è già al lavoro su alcune macro-aree, tra cui le smart cities, “ma abbiamo bisogno di strumenti finanziari moderni e anche di una via italiana nello scegliere servizi e applicazioni, puntando su cultura, welfare, turismo”.
“La pubblica amministrazione ha investito moltissimo negli ultimi anni in Ict e le telco ci sono state vicine”, ha aggiunto Giorgio De Rita, Direttore Generale di DigitPA; “il sistema è ricco ma frammentato e ora c’è bisogno di una strategia complessiva: l’Agenda digitale sta giocando questo ruolo”. “Nostro compito oggi è anche tornare alle basi del processo di digitalizzazione puntando sulle infrastrutture e regole condivise”, ha concluso De Rita.
Domenico Casalino, Amministratore Delegato di Consip, ha sottolineato che Consip è impegnata in quattro dei sei tavoli di lavoro per l’Agenda digitale italiana e la spending review è uno dei fili conduttori del dibattito; in questo ambito “i vantaggi del cloud sono sotto gli occhi di tutti, anche considerato che la sola pubblica amministrazione centrale ha oltre mille Ced che costano 450 milioni di euro l’anno”.
Ma per Stefano Parisi, Presidente di Confindustria Digitale, esiste uno scollamento tra i progetti dell’Agenda digitale e le necessità dell’industria di veder promosso lo sviluppo della nuova economia: “Non servono decreti-legge”, ha detto Parisi, “ma introdurre in modo pesante le tecnologie digitali nella Pa per portare efficienza e risparmi al sistema, un elemento cruciale in tempi di spending review. Le norme ci sono, quel che manca è una governance unica, un disegno strategico di fondo”.
Secondo Cesare Avenia, Presidente di AssTel, il problema del mancato decollo dell’economia digitale in Italia non è da imputarsi nemmeno a una carenza di infrastrutture, quanto a “un insufficiente dibattito a livello mediatico; inoltre il governo non sta spingendo quanto dovrebbe sull’acceleratore: ha pensato a nominare una task force sulla spending review ma perché non ha creato un Cio, come il presidente Barack Obama negli Usa, per guidare la rivoluzione digitale e risolvere i problemi tecnici?”.
“Sul fronte delle infrastrutture gli italiani hanno scelto: hanno privilegiato le reti mobili”, ha proseguito Alessandro Luciano, Presidente della Fondazione Ugo Bordoni, “ma non si può dimenticare il nostro ritardo nell’infrastruttura fissa: il digital divide esiste e va colmato nei tempi che ci impone l’Europa”. Occorre dunque un mix tra le due infrastrutture (fibra e wireless), ma anche accelerare nel campo della ricerca scientifica, secondo Luciano.
“Dobbiamo purtroppo riconoscere che il nostro paese investe poco in cultura, tecnologia e informatizzazione”, ha osservato Enzo Savarese, Commissione per le infrastrutture e le reti di Agcom. “Negli ultimi anni l’Agcom ha dato un prezioso contributo ma a volte si è persa in questioni meno rilevanti, come i contenuti tv, distogliendo energie e risorse dai temi che sempre più contano: Internet e i nuovi media. Il compito dell’Agcom è diventare un’autorità convergente”. I
l punto di vista del governo è stato illustrato da Paolo Gentiloni (Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati), per il quale l’Agenda digitale è una preziosa “finestra di opportunità per reagire all’attuale situazione economica di crisi”. occorre agire “subito” e purtroppio un freno può essere costituito dal fatto che manca un coordinamento unico per le attività legate alla digitalizzazione. “L’Italia ha bisogno di una scossa”, ha concluso Gentiloni, “e la proposta di legge di cui sono promotore va in questa direzione”. Quattro le questioni prioritarie: digitalizzazione dei servizi della Pa, sviluppo dell’ecommerce italiano, promozione del venture capital, e anche riforma della Rai, necessaria per aggredire il digital divide e fornire un servizio pubblico di qualità che aiuti a cambiare l’Italia.