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Telecom, Gamberale: “Ciampi e Draghi hanno sbagliato la privatizzazione”

Il manager: “Furono fatti degli errori”. E sulla compagnia: “L’Italia ha sperperato un patrimonio di innovazione”

Pubblicato il 25 Mag 2015

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“Io me ne andai da Tim perché arrivarono i nuovi privati, in particolare la Fiat che venne a profanare Telecom perché non ci capiva niente e mi mise a fianco delle persone assurde”. E’ questo uno dei passaggi dell’intervento di Vito Gamberale, l’ex manager molisano di Telecom, Eni e Autostrade, che nei giorni scorsi a Campobasso, partecipando alla Giornata dell’Economia, ha raccontato agli studenti la sua lunga carriera.

Gamberale si è soffermato in particolare sugli anni durante i quali lavorò nel campo della telefonia. “Cominciai ad occuparmene nel ’90 – ha ricordato – quando l’Italia aveva la più bassa penetrazione europea nel settore. Quando raggiungemmo il primo milione di utenti sembrò una cosa fantastica che non sarebbe mai stata superata. Una volta dissi che tutti, bambini compresi, in futuro avrebbero avuto un portatile e ci fu una interrogazione parlamentare perché avevo detto un sacrilegio”.

“Si è creato un mito – ha ricordato – su quando introducemmo la carta prepagata, ma quella l’abbiamo copiata dalla Colombia perché loro la utilizzavano per i frodatori. Noi invece la utilizzammo per fare uno strumento fortemente competitivo in Europa”.

Gamberale ha proseguito poi il racconto di quegli anni. “Nel gruppo Sip-Telecom-Tim ebbi come maestro il mio presidente, Ernesto Pascale. Affianco a lui acquisii il coraggio e l’ambizione per grandi progetti. Lui fece di Telecom Italia il miglior operatore al mondo per lo sviluppo e l’efficienza e mi incoraggiò a creare Tim e a svilupparla. L’Italia però non ha mai avuto l’abitudine di poter godere dei primati che ha avuto perché sembra che, siccome abbiamo una cultura piuttosto castigante, e quindi castrante moralmente, non si parla mai di tutte le cose che vanno bene. In Francia, per esempio, se avessero avuto Telecom Italia sarebbero stati orgogliosi a livello mondiale, perché l’azienda in cinque anni si espanse in Europa, nell’America del nord, nell’America del sud e in Asia. Oggi invece di Telecom Italia all’estero rimane solo il Brasile”.

Infine l’ex amministratore delegato ha criticato Ciampi e Draghi per un episodio legato proprio al presidente Pascale. “Dopo aver portato la Telecom nel ’97 a questo successo mondiale – ha sottolineato – Pascale fu mandato via dall’oggi al domani perché si opponeva alla privatizzazione di Telecom. E mi dispiace ricordare che a mandarlo via, perché anche gli uomini illustri fanno degli errori, furono Ciampi e Draghi. Per me Ciampi è stato un grande Presidente della Repubblica, ma nelle altre cariche forse avrebbe potuto fare meglio. Di sicuro quando fu Ministro del Tesoro avrebbe potuto fare meglio”.

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