STRATEGIE

Telecom Italia: ingresso di Vivendi in cda, tutto rimandato

Il presidente Recchi: “Ingresso francesi positivo. Incontreremo a breve i vertici”. Secondo indiscrezioni la media company transalpina vorrebbe mettere il ceo de Puyfontaine e il consigliere Roussel nel board della compagnia

Pubblicato il 26 Giu 2015

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I vertici di Telecom Italia incontreranno nei prossimi giorni alcuni esponenti di Vivendi, l’azienda di riferimento delle tlc francesi che è entrata ufficialmente ieri nella compagine azionaria del gruppo italiano con una partecipazione del 14,9%, diventandone socio di riferimento. E’ quanto ha spiegato il presidente, Giuseppe Recchi, a margine di una riunione del Cda che si svolge a Torino. “Incontreremo sicuramente Vivendi“, ha assicurato il top manager, aggiungendo che il vertice potrebbe svolgersi “abbastanza presto”, benché non sia stato ancora messo in agenda. La riunione potrebbe tenersi a ridosso dell’incontro atteso tra il Presidente del CdS di Vivendi, Vincent Bolloré e Matteo Renzi, atto pressoché dovuto da parte del socio francese dopo l’ingresso in forze in un settore come quello delle telecomunicazioni che il premier reputa strategico per via dello sviluppo della dorsale della banda ultralarga con cui confida di riuscire a ridurre il digital divide con il resto d’Europa.

“Ho letto che i vertici di Vivendi dovranno venire in Italia per un incontro con le nostre istituzioni; una cosa che noi raccomandiamo perchè noi siamo si un’azienda privata, ma ci consideriamo un’azienda importante per il sistema Italia”, ha spiegato Recchi, rafforzando il concetto.

Al momento, ha inoltre assicurato il presidente di Telecom, da Parigi non sono pervenute richieste di rappresentanza nel Cda. Secondo indiscrezioni di stampa, Vivendi potrebbe chiedere due posti in Consiglio, che verrebbero occupati dal Presidente del CdG, Arnaud de Puyfontaine, e dal consigliere Stephane Roussel. Siccome tutto tace su questo fronte, nell’OdG odierno non è prevista la convocazione di un’assemblea dei soci” per ampliare l’organismo in modo da fare spazio per il socio francese. Un aspetto quest’ultimo che è solo rimandato nel tempo e di cui Recchi non fa mistero. “Ne parleremo quando ci incontreremo; poi, eventualmente, faremo alcune considerazioni” che saranno comunque coerenti con “i principi di una public company quotata sui mercati, con molti investitori istituzionali” nella compagine azionaria.

L’arrivo di Vivendi in Telecom è avvenuto a seguito della cessione della brasiliana Gvt a Telefonica, che gli ormai ex soci spagnoli dell’incumbent italiano hanno voluto saldare in parte proprio cedendo alla società francese di tlc un pacchetto di azioni Telecom pari a circa l’8,3% del capitale. Titoli che, ai corsi attuali, valgono circa 1,89 miliardi di euro. Vivendi – che già figurava nel capitale di Telecom con una quota appena al di sotto della soglia di rilevanza del 2% per la quale non vige l’obbligo della dichiarazione in trasparenza al mercato – ha poi acquistato sul mercato un ulteriore 4,6%, portando dunque al 14,9% la propria rappresentanza nell’azionariato, per un controvalore di quasi 3,4 miliardi.

Recchi giudica “molto positivamente” sia l’ingresso dei francesi nella compagine azionaria sia le tempistiche con cui è avvenuto. “Ho passato la vita a cercare di attrarre investitori stranieri in Italia, per cui siamo molto soddisfatti che un gruppo industriale, motivato e che conosce bene il nostro Paese abbia deciso di investire nella nostra società. Credo che oggi ciò rappresenti una congiuntura favorevole per il nostro gruppo, perchè abbiamo un governo molto concentrato sulla sviluppo della banda ultralarga: un’azienda che dispone del piú grande piano di investimenti in Italia e di un socio forte industriale dotato di risorse e che crede nel Paese e nell’azienda. Direi quindi che ci sono tutte le condizioni per continuare a correre come stiamo facendo”.

Dalla presenza a due cifre dei francesi nell’azionariato di Telecom, Recchi si attende infine non soltanto investimenti e know how, ma anche importanti sinergie. “Siamo contenti che il nostro socio di riferimento sia un investitore industriale, in grado di offrire sinergie. Sono complementari. A oggi non le abbiamo ancora valutate ma sicuramente se ci saranno delle prospettive le valuteremo, negli interessi di tutti gli azionisti”.

Per quanto riguarda Tim Brasil e questione Metroweb, Recchi puntualizza: “Sono cose che ho letto sui giornali ma la strategia sul Brasile è quella in essere. Se dovesse cambiare lo faremo nei luoghi, nelle modalità e nei tempi appropriati”.

Riguardo a Metroweb, il presidente è stato netto: “Nessun contatto lo abbiamo già detto: la questione è chiusa”.

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