”Fantasie prive di fondamento”. Così, a Davos, il presidente di Telecom Italia Giuseppe Recchi risponde alla domanda sull’interesse di un fondo d’investimento cinese per l’acquisizione di Sparkle, riportata oggi da La Repubblica.
“Sono impressionato – ha aggiunto Recchi – a constatare quante invenzioni si fanno sulla nostra attività, per non parlare dei punti di vista del management. Abbiamo una linea sola e vorrei che ci si concentrasse a misurarci sui nostri piani di investimento e sul lavoro di sviluppo delle reti e della tecnologia su cui, come prima società per investimenti fatti in Italia, siamo impegnati, invece di speculare su fantasie prive di fondamento”.
La Repubblica, citando un manager di Telecom Italia, scrive che Telecom Italia Sparkle potrebbe interessare ai cinesi ma al momento il dossier non è stato ancora discusso “in consiglio di amministrazione neanche come ipotesi”. Telecom Italia Sparkle gestisce una rete in fibra da 450mila chilometri che tocca ogni continente: Mediterranean Nautilus Backbone collega il bacino mediterraneo orientale, LANautilus Backbone collega Sud America e Nord America, SEA-ME-WE-3 collega Europa, Medioriente, India Sudest Asiatico e Australia, eccetera.
Il fondo di investimenti cinese interessato all’operazione probabilmente, scrove il giornale, deve aver studiato accuratamente l’acquisizione attuata nel 2014 da State Grid of China – la più grande società elettrica al mondo – nei confronti del 35% della nostra Cdp Reti. Ieri le infrastrutture di rete elettrica; oggi quelle di rete telematica.
Secondo il quotidiano l’interesse ha creato scompiglio ai piani alti che guardano su Piazza Affari – Telecom e la Borsa di Milano condividono lo stesso affaccio. Pare che l’entourage del presidente Giuseppe Recchi sia più possibilista sulla cessione, rispetto a quello dell’amministratore delegato Marco Patuano. Voci di corridoio che non dimenticano anche l’eventuale peso che potrebbe avere la politica su questa scelta: il governo, impegnato ad implementare il piano banda ultralarga e a “controllare” la cessione di Metroweb, è in allerta. Va bene che People’s Bank of China è azionista Telecom con l’irrisorio 2,07 %, ma cedere Sparkle sarebbe diverso.
L’unica certezza è che la contropartita economica potrebbe dare un serio taglio al debito di 33,6 miliardi (lordo), considerato che Telecom Italia Sparkle è in salute – il 2013 si è chiuso con un attivo di 170 milioni di euro.