Mediobanca dovrebbe cedere la partecipazione in Telecom Italia di qui a giugno. Lo conferma l’amministratore delegato di piazzetta Cuccia Alberto Nagel, in conference call con le agenzie di stampa. “Ci aspettiamo di essere in condizione di vendere la partecipazione in Telecom di qui a giugno – dice Nagel – il processo autorizzativo in corso dovrebbe concludersi tra il terzo e il quarto trimestre del nostro esercizio e dovremmo quindi essere in grado di realizzare la plusvalenza dal provento”.
Nei giorni scorsi anche Intesa Sanpaolo aveva parlato dell’uscita da Telecom. “E’ una “partita chiusa” per Intesa Sanpaolo, che non parteciperà al riassetto del gruppo, aveva sottolineato il Gaetano Miccichè, dg di Intesa Sanpaolo, a margine dei lavori del Forex, a Milano. “Abbiamo una partecipazione minima che non fa parte delle nostre partecipazioni strategiche”. L’interesse rimane in quanto Telecom “è una grande azienda che opera nel nostro Paese”.
Intanto Blackrock torna a rafforzarsi in Telecom consolidando la posizione di secondo azionista alle spalle di Telefonica e, in prospettiva, di Vivendi, il gruppo francese dei media che a valle della scissione di Telco rileverà dagli spagnoli l’8,3% del gruppo guidato da Marco Patuano.
Alla fine del 2014 il gestore americano, emerge da un documento depositato alla Sec (la Consob americana), è risalito al 6% del capitale di Telecom. La posizione, riferiscono fonti di mercato, sarebbe composta per circa un 3% da azioni e per un altro 3% da titoli sottostanti al prestito convertendo emesso da Telecom nel novembre 2014.
In realtà le azioni legate al convertendo verranno ad esistere solo nel novembre 2016, quando il bond verrà a scadenza e si trasformerà in equity. Su strumenti di questo tipo gli obblighi informativi sono diversi negli Usa e in Europa. E mentre il gestore americano era tenuto a comunicare la posizione alla Sec, non lo era alla Consob, a cui interessano le azioni esistenti e non quelle di futura emissione. Proprio in virtù del diverso trattamento del convertendo nelle due legislazioni alla fine del 2013 si era aperto un giallo, poi chiarito, sulla mancata comunicazione alla Consob del superamento della soglia del 10% del capitale.
Il rafforzamento di Blackrock, che era sceso sotto il 5% di Telecom a marzo dello scorso anno, coincide con una fase di grandi trasformazioni all’interno dell’azionariato del gruppo italiano. La scorsa settimana la Findim di Marco Fossati, storico azionista di minoranza, ha comunicato di essere scesa sotto il 2%, cedendo gran parte del suo pacchetto. E anche i soci di Telco, la holding che detiene il 22,4% di Telecom, sono in uscita.
Telefonica cederà a Vivendi l’8,3% (il restante 6% verrà dismesso attraverso un convertendo) non appena arriverà l’ok delle autorità sudamericane alla scissione di Telco. Per Telecom, alle prese con le scelte strategiche in Brasile e in competizione per l’acquisizione di Metroweb, si prospetta dunque un futuro da public company all’insegna della contendibilità, con una compagine sociale frazionata dove il “socio di controllo” sarà il mercato, cioè i grandi fondi italiani e stranieri.
La mossa di Blackrock, che è tenuta a segnalare alla Consob l’accumulo di posizioni superiori al 5% nel capitale delle società quotate, conferma il suo grande attivismo su Piazza Affari. L’ultima operazione è stato l’acquisto del 5% di Rai Way. Ma nel corso del 2014 il gestore Usa si era messo in mostra per l’accumulo di partecipazioni nelle principali banche italiane, da Unicredit a Intesa Sanpaolo, da Mps a Bpm, da Ubi al Banco Popolare ma anche in altre quotate, da Atlantia ad Azimut, da Fiat a Generali.