“Su banda larga e rete in fibra ottica si gioca una partita chiave per il futuro: non solo in termini di infrastrutture, ma anche di collaborazione tra pubblico e privato. E’ finita l’era dei monopoli, ma anche quella dello Stato paga-tutto: è l’ora delle soluzioni intelligenti e condivise, capaci di tenere insieme gli interessi della collettività e quelli delle imprese”.
Lo afferma in un comunicato Michele Meta, deputato del Partito democratico e presidente della commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati.
“Dai giornali di oggi – continua – emergono scenari poco auspicabili, secondo cui questo o quell’operatore privato rischierebbe di prendere da solo il controllo della rete in fibra ottica. La soluzione più a portata di mano, invece, è quella di un soggetto con una pluralità di stakeholder, in cui ognuno faccia la propria parte: da un lato la Cassa depositi e prestiti, dall’altro i principali attori che – insieme e in modo paritario – sceglieranno di acquistare asset di rete fissa, tramite l’entrata in Metroweb”.
“Due cose – conclude Meta – devono essere chiare: la prima è che senza investimenti privati non si va da nessuna parte, soprattutto in un settore in cui i margini di redditività futura appaiono piuttosto ampi; la seconda è che nel 2014 l’Italia non può più permettersi monopoli di fatto, che rallenterebbero la doverosa modernizzazione delle infrastrutture”.
Sulla vicenda è critica anche la posizione di Gianfranco Librandi, deputato di Scelta Civica: “Attorno alla vicenda della possibile acquisizione della maggioranza di Metroweb da parte di Telecom ci sono due evidenti ordini di problemi – afferma – Il primo è rappresentato dai possibili assetti anti-concorrenziali della rete tlc, con un’accresciuta concentrazione del controllo da parte dell’ex monopolista. Su questo punto, peraltro, si sono già ascoltate, negli scorsi giorni, le parole del presidente dell’Antritrust Pitruzzella. Il secondo problema è rappresentato dai necessari investimenti per l’ammodernamento della rete, come fattore di competitività del sistema economico”. “In entrambi i casi – conclude Librandi – penso che il ruolo del ‘pubblico’, a partire da quello del governo, sia quello di coinvolgere in un progetto di sistema tutti gli operatori interessati, senza scegliere in Telecom un interlocutore privilegiato, e di garantire che il controllo della rete di nuova generazione non sia un ostacolo all’apertura di mercati, che per continuare a funzionare devono invece diventare sempre più concorrenziali”.
“Ho già segnalato il forte rischio dell’ eliminazione della concorrenza che potrebbe derivare dall’ acquisizione da parte di Telecom dell’ unico operatore alternativo in fibra Ftth – aggiunge Stefano Esposito (Pd), vicepresidente della commissione Trasporti e Comunicazioni del Senato, esprimendo soddisfazione per la segnalazione inoltrata all’Antitrust dai consumatori su questa materia – L’eventuale matrimonio meriterebbe una valutazione particolarmente seria, essendo un caso di concentrazione sul quale non è da escludere un via libera, ma solo con condizioni molto severe. Ora che l’Antitrust è stata investita della vicenda, siamo sicuri che ci sarà una seria e attenta vigilanza”.
“Sia chiaro, però – conclude Esposito – che l’asta beauty contest non può essere ritenuta la soluzione, perché se dovesse essere aggiudicata a Telecom si otterrebbe un rafforzamento della sua posizione dominante e si riproporrebbero le medesime criticità anticoncorrenziali già riscontrate sul rame. L’occasione è propizia per lavorare a un progetto di co-investimento da parte degli operatori del settore, con un ruolo attivo e maggioritario di Cassa depositi e Prestiti, nella creazione, finalmente, di quel veicolo societario in grado di sviluppare la fibra ottica per la digitalizzazione del paese”.
“Con la segnalazione ad Antitrust sul possibile acquisto della quota di maggioranza di Metroweb Italia da parte di Telecom Italia, finalmente entra in campo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per vigilare su eventuali posizioni dominanti, afferma Cristina Bargero (Pd), componente della commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati. “Questa acquisizione – ha aggiunto Bargero – porterebbe ad una situazione di ulteriore posizione dominante da parte di Telecom, con ulteriori risvolti negativi su qualita’ e costi per cittadini ed imprese. Come ricordato anche dall’indagine conoscitiva sulla banda larga congiunta Agcom-Antitrust, e dal presidente Pitruzzella, un eventuale scenario alternativo, in cui la struttura di mercato venisse a riorganizzarsi solo sulla figura dell’ operatore dominante verticalmente integrato, implicherebbe uno scrutinio particolarmente attento sia sotto il profilo antitrust, sia in relazione alla sua disciplina regolamentare”. “La soluzione ideale – conclude Bargero – sarebbe un progetto di sistema, con un ruolo preponderante della Cassa depositi e Prestiti ed un co-investimento degli operatori di telecomunicazioni, per realizzare una rete in fibra fino a casa dei cittadini”.