IL CASO

Telecom, pietra tombale sullo switch off: nuovo dossier Metroweb?

Da Bruxelles Giacomelli ribadisce che non ci sarà alcuno “spegnimento” della rete in rame nel Piano ultrabroadband che sarà al vaglio del Cdm di domani. Il titolo Telecom prende quota e secondo alcuni esperti il governo starebbe puntando (di nuovo) sulla newco delle reti

Pubblicato il 02 Mar 2015

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La rete di Telecom Italia è “al sicuro”. Lo garantisce, ribadendo quanto già detto ieri sera, il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli. “Nel piano per lo sviluppo della banda larga non ci sono ipotesi di spegnimenti arbitrari di rete o quant’altro, abbiamo immagino un piano che servisse agli investimenti degli operatori non al contrario”, ha detto Giacomelli in occasione dell’odierno Consiglio Ue sulla competitività. Il governo dunque è riuscito a rimettere in sesto una situazione che rischiava di deragliare: le indiscrezioni sullo switch off non erano poi così campate per aria considerato che sono venute fuori da un documento – la bozza ultima del Piano banda ultralarga (la penultima dunque allo stato attuale a seguito del caos scatenatosi) che nero su bianco fissava roadmap e modalità di accesso e persino tariffazione agli utenti finali. Ma il sottosegretario Giacomelli oggi in un tweet ha detto che “per l’Italia l’adeguato accesso alla rete è un diritto della persona ed il vero, moderno, servizio universale”.

Lo stop allo switch off impatta inevitabilmente sul valore del titolo: a Piazza Affari il titolo Telecom ha aperto con un rialzo del 2,63% a 1,09 euro. Poi un “riequilibrio” per arrivare alla chiusura con un +1,31% a 1,08 euro, dopo nuovi massimi dell’anno a 1,11 euro, con volumi in linea con la media giornaliera dell’ultimo. Il mercato dunque ci crede. E secondo alcuni la volata in particolare della mattinata sarebbe attribuibile anche all’ipotesi – seppure smentita dalla stessa Telecom – di un deal con Orange. L’interesse per Telecom è stato annunciato dal numero uno Stephane Richard, precisando che si tratta di valutazioni interne. E anche se il gruppo italiano ha successivamente smentito – “Non c’è nessuno scambio di vedute tra Telecom e Orange” – la Borsa avrebbe premiato comunque Telecom considerati i riflettori sulla società capitanata da Patuano e Recchi.

Intanto è partito il conto alla rovescia per l’atteso Cdm di domani dove per l’appunto è previsto l’esame del Piano ultrabroadband che rischia però di essere un piano “light”, con indicazioni di principio ma poca carne al fuoco.”Non ci saranno molte sorprese – ha detto a Bruxelles Giacomelli -. E’ un piano che abbiamo presentato, impegnativo e che ha ottenuto apprezzamenti dalla consultazione pubblica sia dagli operatori che dalla Commissione europea. Il piano è lo sforzo che serve per riportare il Paese a essere protagonista nel digitale”.

“Sul piano per sviluppare la banda ultralarga gli obiettivi di Telecom sono gli stessi del Governo: far tornare il nostro Paese all’avanguardia recuperando competitività”, ha dichiarato a Radiocor Giuseppe Recchi, presidente di Telecom Italia, in occasione del Gsma World Mobile Congress di Barcellona.

Riferendosi agli investimenti previsti dal nuovo piano industriale del gruppo, Recchi ha aggiunto: “Ci mettiamo 10 miliardi di euro per i prossimi tre anni, il più grande piano di investimenti mai fatto nel nostro settore. Siamo concentrati sul piano che impegna il board, i manager e i tecnici della società 24 ore al giorno”.

“Mi sembra molto positivo che il Governo abbia chiarito che il piano si focalizzerà sugli obiettivi di copertura e diffusione della banda ultralarga nel rispetto dell’Agenda Digitale Europea”, ha sottolineato Alberto Calcagno, amministratore delegato di Fastweb. “Abbiamo detto in tutte le sedi di consultazione che gli obiettivi del governo sono del tutto condivisibili, ma gli standard tecnologici con cui raggiungerli devono essere lasciati alle scelte industriali delle aziende. Fastweb sta contribuendo sostanzialmente al raggiungimento di tali obiettivi e sta già implementando un piano per raggiungere 100 città con velocità sino a 500 megabit. Visti i piani dei principali operatori, mi sentirei di dire che ci sono tutte le condizioni per raggiungere e addirittura anticipare gli obiettivi dell’Agenda Digitale”.

Restano in forse l’approvazione del decreto allo Sblocca Italia sul credito di imposta per gli investimenti in infrastrutture e del cosiddetto Decreto Comunicazioni per la creazione di un “fondo dei fondi”.

Asati, l’associazione che rappresenta i piccoli azionisti, nonostante le smentite ha deciso di inviare una lettera al governo, alla Consob, all’Agcom, alle commissioni parlamentari competenti, alla Sec e alla Corte europea dei diritti dell’uomo e ai vertici Telecom per scongiurare il rischio che domani ci siano colpi di scena e dietrofront sull’accantonamento del progetto di switch off del rame. “Voler dettare le regole sui tempi e i modi per spengere la rete in rame e per trasformarla in una rete in fibra Ftth violerebbe principi sanciti dalla costituzione: la libertà di iniziativa economica privata e la tutela dei diritti di proprietà”, sottolinea il presidente Franco Lombardi in un’intervista a CorCom.

Considerano “pericolosa” l’operazione switch off anche alcune delle principali società di analisi: secondo Banca Akros si tratterebbe addirittura di una mossa finalizzata a riportare Telecom al tavolo delle trattative per rilevare da F2i la quota di Metroweb. “La creazione di una società della fibra sostenuta dal Governo (la Cassa depositi e prestiti e’ azionista di Metroweb), è una minaccia per Telecom”, hanno commentato gli analisti di Akros. Equita evidenzia che la tecnologia Fiber to the cabinet consente la copertura del territorio nazionale con prestazioni anche superiori ai 100mps. “La costrizione ad un eventuale Fiber to the home sarebbe uno spreco di risorse e un danno per Telecom, calcolabile in alcuni miliardi”, hanno commentato gli analisti. “Pensiamo che l’obiettivo del Governo debba essere la performance della rete consegnata ai cittadini e non gia’ la tecnologia sottostante (che evolve e muta nel tempo) e crediamo che alla fine l’interesse del Governo alla banda larga sara’ un’opportunita”.

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