Telegram, ha portato nelle sue casse un tesoro da 1 miliardo di dollari, grazie alle obbligazioni vendute a una serie di investitori di tutto il mondo. Lo ha comunicato lo stesso fondatore e Ceo della app di messaggistica istantanea Pavel Durov sul proprio canale ufficiale Telegram.
“Questo permetterà a Telegram di continuare la sua crescita globale rimanendo fedele ai suoi valori e rimanendo indipendente“, ha scritto Durov.
Il Ceo di Telegram non ha specificato chi siano i fondi da cui arrivano i nuovi capitali: Durov si è limitato a scrivere di aver venduto obbligazioni “ad alcuni dei più grandi e affidabili investitori di tutto il mondo”.
La strategia di monetizzazione
Il miliardo di dollari raccolto sarà utilizzato da Telegram anche per implementare la strategia di monetizzazione illustrata a dicembre, riporta Techcrunch. È un progetto, come affermato dallo stesso Durov, di grandi dimensioni che richiede alcune centinaia di milioni di dollari l’anno per andare avanti.
Durov ha ribadito l’impegno a non vendere Telegram e ripetuto il suo mantra: l’indipendenza. Il ceo ha chiarito che la monetizzazione non sarà invasiva: qualunque iniziativa futura per monetizzare i grandi canali one-to-many del servizio di messaggistica genereranno benefici per gli utenti, per esempio nella forma di “traffico gratuito in rapporto alla loro grandezza”. Inoltre, le future vendite di contenuti (come gli sticker premium) coinvolgeranno artisti che saranno remunerati con parte dei profitti.
“Vogliamo che milioni di creatori e piccole aziende che usano Telegram abbiano successo nel loro business e arricchiscano l’esperienza di tutti i nostri utenti”, aveva affermato Durov a dicembre presentando la sua visione strategica. Il denaro raccolto serve proprio all’attuazione della strategia.
Altri 150 milioni dagli investitori di Abu Dhabi
Telegram aveva ricevuto pochi giorni fa un altro investimento. Il totale è di 150 milioni di dollari di cui 75 milioni arrivati da Mubadala Investment Company, fondo sovrano degli Emirati Arabi Uniti con sede a Abu Dhabi, che ha sottoscritto obbligazioni convertibili pre-Ipo a cinque anni di Telegram. Altri 75 milioni sono stati investiti da Abu Dhabi Catalyst Partners.
Secondo quanto riportato da Reuters, in seguito a questi accordi Telegram aprirà una sede a Abu Dhabi, che sarà la base di partenza per l’espansione nella regione araba.
La sfida a WhatsApp
Telegram ha oltre 500 milioni di utenti mensili attivi, secondo gli ultimi dati comunicati dall’azienda. Negli ultimi mesi ha registrato un picco di iscrizioni, approfittando del momentaneo fuggi fuggi da WhatsApp dopo che la app di proprietà di Facebook ha modificato le condizioni di utilizzo.
Proprio nell’ottica di aggredire il mercato di WhatsApp l’ultima versione di Telegram rende possibile per gli utenti l’importazione delle chat dalla app rivale: le conversazioni possono “migrare” da una piattaforma all’altra conservando lo storico dei messaggi, sia con sistema operativo Android sia con iOs. Attivando questa funzionalità, inoltre, i messaggi dello storico non occupano spazio extra.
Per correre ai ripari WhatsApp ha posticipato l’entrata in vigore delle nuove norme, ora prevista per il 15 maggio. La nuova policy non riguarda gli utenti europei, dove a impedire la condivisione delle informazioni sugli utenti tra Whatsapp e Facebook ci sono le norme del Gdpr.