IL PROVVEDIMENTO

Telemarketing selvaggio, il Garante Privacy multa Tim per 7,6 milioni

Nel mirino dell’authority anche Sorgenia e Green Network, sanzionate rispettivamente per 676mila e 235mila euro. All’operatore tlc contestata tra le altre cose la non adeguata sorveglianza sui call center abusivi. Il ministro Urso: “intollerabile aggirare registro opposizioni”

Pubblicato il 09 Giu 2023

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Il Garante Privacy interviene con una nuova serie di provvedimenti sanzionatori contro quello che la stessa authority definisce come “la piaga del telemarketing selvaggio”: le ultime sanzioni riguardano, nel campo della telefonia, Tim, che è stata multata per poco più di sette milioni e 631mila euro.

Ma altre due multe sono state elevate nei confronti di due player del mondo dell’energia, Green Network e Sorgenia, che dovranno pagare rispettivamente 237.800 euro e 676.956 euro. L’obiettivo dei nuovi provvedimenti, spiega l’authority, è di “colpire tutte le possibili porte di accesso del sottobosco all’interno del patrimonio informativo e commerciale delle società telefoniche ed energetiche”.

“Senza un adeguato controllo da parte delle aziende committenti dell’intera catena di operazioni che porta alla conclusione di un contratto – spiega l’authority in una nota – il sottobosco dei call center illegali continuerà a ricevere, quasi sempre in violazione delle norme fiscali e giuslavoristiche, oltre che di quelle sulla protezione dei dati, quella remunerazione che ne permette la sopravvivenza e, addirittura, la proliferazione”.

Il ministro Urso: “Non tollerabile aggirare il registro delle opposizioni”

“Bene l’attività di oggi dell’Autorità garante della privacy che ha messo in campo tre provvedimenti correttivi e sanzionatori per la mancata applicazione di quanto previsto dalla regolamentazione del registro delle opposizioni da parte di alcune società”, afferma Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy,  aggiungendo di aver scritto oggi ai presidenti dell’Autorità garante della protezione dei dati personali e dell’Agcom, auspicando un costruttivo confronto per giungere presto a delle soluzioni che tutelino sempre più i consumatori.

“Mi aspetto che si intervenga sempre più efficacemente, non è più tollerabile che questo strumento venga aggirato in maniera sistematica da alcuni operatori – conclude Urso – Ritengo doveroso che si intervenga anche con ulteriori misure di carattere tecnico e normativo maggiormente restrittive, a contrasto delle attività illecite, affinché gli abusi nel settore del Telemarketing vengano sanzionati e stroncati. Servono regole chiare e determinazione nella lotta a chi agisce al di fuori del perimetro normativo”.

La sanzione nei confronti di Tim

All’operatore telefonico il Garante Privacy contesta una “non adeguata sorveglianza sui call center abusivi, estranei alla sua rete ufficiale”, a cui si aggiungono il “riscontro talora inadeguato alle richieste di esercizio dei diritti degli interessati” e “l’erronea pubblicazione di dati personali nei pubblici elenchi telefonici senza il consenso degli interessati”.

Nei confronti di Tim, che già in passato era stata oggetto di accertamenti e sanzioni, il garante evidenzia però “alcuni importanti miglioramenti compiuti, probabile testimonianza della buona volontà delle grandi imprese, ma al tempo stesso dell’esigenza di ulteriori e più incisivi passi verso l’eradicazione di una vera e propria piaga sociale che danneggia gli operatori corretti ed esaspera, ormai a livelli non più accettabili, i cittadini”.

Le sanzioni alle compagnie energetiche

Nei confronti di Green Network e Sorgenia le sanzioni decise dal Garante Privacy riguardano in particolare il “non aver approntato misure idonee a garantire la tracciabilità di tutte le operazioni svolte sulle piattaforme di caricamento delle proposte contrattuali” e il “non aver dimostrato la piena contezza di tutti i trattamenti svolti nell’ambito della filiera del telemarketing”.

Il sequestro dei database

Nei giorni scorsi il garante, in collaborazione con la Guardia di Finanza, aveva multato per un totale di 1,8 milioni quattro società, per aver contattato migliaia di utenti senza il consenso per il trattamento dei dati. L’operazione aveva portato alla confisca delle banche dati in uso ad alcune società che svolgevano attività illecite nel campo del telemarketing illegale.

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