“Un elevato grado di soddisfazione, un notevole risparmio di tempo e costi, un miglioramento della qualità della vita e del controllo glicemico”. Così Antonino Mazzone, capodipartimento area medica dell’ospedale civile di Legnano (Milano), elenca a CorCom i vantaggi legati al progetto di telemedicina per l’assistenza alle persone con diabete mellito di tipo 1. Uno studio clinico di confronto, quello attuato alla base, per capire se la telemedicina funziona meglio della classica assistenza ambulatoriale.
L’incipit risale a una anno fa, da un’iniziativa della fondazione italiana diabete che, grazie a un finanziamento di fondazione Intesa Sanpaolo onlus, ha creato un servizio di teleconsulenza e tele-educazione per bimbi e ragazzi colpiti dalla malattia. “Attualmente il progetto ha coinvolto quasi sessanta pazienti dai 6 ai 45 anni tra l’ospedale di Legnano, struttura capofila, e il Niguarda di Milano”, riprende Mazzone, che non è nuovo ad intraprendere iniziative di sanità digitale. Alcuni mesi fa, infatti, ha presentato i risultati del progetto di telemonitoraggio di pazienti cronici nei quali coesistono più patologie, che fa leva su un collegamento via smartphone fra l’assistito e l’ospedale. “L’obiettivo è migliorare l’assistenza domiciliare e prevenire la riospedalizzazione, oltre che gli accessi impropri al pronto soccorso”, spiega. Un intento al quale mira anche il nuovo progetto di telemedicina, considerando che il diabete mellito è una patologia cronica in progressivo aumento.
Nello specifico, dopo una visita ambulatoriale, ai pazienti viene data la possibilità di accedere ad un portale dove scaricare una serie di documenti educativi su vari temi, dall’alimentazione all’autogestione della terapia. Al contempo, possono prenotare delle teleconsulenze diabetologiche, dietologiche o psicologiche che vengono eseguite via skype. Il malato invia per via telematica allo specialista copia degli esami eseguiti o dei valori della glicemia, che vengono discussi in teleconsulenza; in risposta riceve una mail dello specialista con le indicazioni cliniche (in ogni caso per tutti i pazienti è prevista una visita, ogni dodici mesi, in ambulatorio). A scadenza annuale i dati clinici e il grado di soddisfazione del servizio verranno confrontati con un gruppo di pazienti di controllo seguiti per via tradizionale. “Questo progetto si inserisce nelle esperienze di integrazione tra ospedale e territorio che a Legnano abbiamo già sviluppato con i malati complessi, sempre nel settore della telemedicina e con gli ambulatori di continuità assistenziale”, conclude Mazzone.