“Migliorare la qualità della vita attraverso il monitoraggio a distanza, in maniera continua, dei parametri. In questo modo, soprattutto i pazienti che non sono in grado di essere gestiti a livello ambulatoriale, possono svolgere una serie di esami direttamente a casa”. Parole di Vito Piazzolla, commissario straordinario della Asl di Foggia, in riferimento al progetto “Live cardio” promosso dall’azienda sanitaria locale insieme all’università di Foggia, e sostenuto dalla regione Puglia nell’ambito del programma Living labs.
Nello specifico, si tratta di un’applicazione per smartphone in grado di monitorare a distanza le condizioni dei pazienti cardiopatici e trasmettere in tempo reale informazioni e dati clinici con finalità preventive, terapeutiche e diagnostiche. Dunque stiamo parlando di un sistema mirato alla cura e all’assistenza della persona con bisogni complessi, ad alto rischio di ospedalizzazione – una condizione che in questo modo può essere arginata – e di non autosufficienza. Ferma restando la prevenzione.
Ma come nasce Live cardio? “Abbiamo preparato una serie di protocolli, interviste ed organizzato un database in rimando a tutto ciò che riguardava i problemi e le patologie legati alla cardiologia. Un lavoro decisamente utile anche per comprendere tutta una serie di tematiche legate ai costi di gestione dei servizi”, illustra Francesco Contò, direttore del dipartimento di economia dell’ateneo foggiano. Quindi la parola torna a Piazzolla: “Il nostro intento è quello di promuovere modelli integrati di gestione delle cronicità attraverso l’utilizzo di sistemi Ict, telemedicina e monitoraggio remoto”.
Dichiarazioni, queste, che rimandano alle recenti affermazioni del presidente della regione Puglia Nichi Vendola, secondo cui la telemedicina offre l’opportunità “di rendere sempre più tempestiva e puntuale la diagnosi e i primi interventi terapeutici, consentendo di abbattere in modo significativo le cattive pratiche”. È poi importante, secondo Vendola, “riuscire a esportare questi modelli su tutto il territorio regionale per non escludere nessuno”.
Tornando a Live cardio va precisato che la sperimentazione è partita dal territorio di competenza della Asl di Foggia che ha testato il dispositivo, con l’apporto dei cardiologi Massimo Correra e Vincenzo Raddato, su un numero di cento pazienti. Punto forte, come già accennato, è rappresentato dal minor ricorso alle visite ambulatoriali e ai ricoveri ospedalieri inappropriati. In questo senso Correra spiega che “il progetto Live cardio permette una vera e propria semplificazione della catena sanitaria ed una razionalizzazione della spesa pubblica”.