SMART WORKING

Telepat, con il telelavoro Trento abbatte costi e assenteismo

Il Presidente della Provincia Ugo Rossi: “Nei prossimi tre anni vogliamo coinvolgere oltre 400 lavoratori. E grazie alla rete in fibra ottica online anche tutte le valli”

Pubblicato il 06 Mar 2015

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Anche le amministrazioni pubbliche possono essere “smart”. I casi sono per ora molto rari, ma c’è già qualche realtà che si è distinta in tal senso, come la Provincia di Trento.

Qui, grazie al progetto Telepat dal 2011 ad oggi 250 impiegati hanno avuto la possibilità di lavorare, per scelta volontaria, da casa o in centri diversi dai tradizionali uffici. L’iniziativa nata per favorire i dipendenti nella conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, è piaciuta soprattutto alle donne. Ben 183 hanno deciso, di tanto in tanto, di approfittare di questa opportunità per stare vicine a i figli e alla famiglia. E il progetto è valso all’amministrazione trentina anche un premio: lo Smart working award. Il riconoscimento è stato consegnato lo scorso ottobre al Presidente Ugo Rossi direttamente dai ricercatori del Politecnico di Milano, che da qualche tempo, attraverso un osservatorio dedicato, studiano il fenomeno smart working e le sue applicazioni nel mondo del lavoro italiano. Il Presidente della Provincia autonoma di Trento tuttavia non si accontenta e punta in alto. “Nei prossimi tre anni vogliamo coinvolgere nel nostro progetto un totale di 400 lavoratori, circa 200 in più degli attuali”, annuncia Rossi al nostro giornale.

Presidente, che vantaggi ha apportato in termini di costi questa nuova modalità?

Abbiamo assistito a un azzeramento degli straordinari, a una riduzione della spesa per i servizi alternativi di mensa e dei costi di commissione, oltre che a una razionalizzazione degli spazi. Ma i vantaggi non sono solo di natura monetaria.

Ve ne sono di altri?

Ad esempio i vantaggi di natura ambientale e sociale. Col telelavoro è possibile permettere una migliore gestione dei tempi professionali e di vita privata e ridurre gli spostamenti delle persone, che per noi hanno un costo non solo economico ma anche ecologico. Inoltre questo progetto è legato alla specificità del nostro territorio. Col telelavoro è possibile evitare lo spopolamento delle valli trentine e questo è molto utile anche da un punto di vista turistico. Nella nostra provincia ci sono, infatti, molti lavoratori pendolari. Non dimentichiamo poi che lo smart working può rivelarsi anche un valido sistema per abbassare il tasso di assenteismo. Basti pensare a quelle madri che hanno un figlio malato e che col telelavoro possono lavorare tranquillamente da casa.

A quali tecnologie vi siete affidati per mettere in piedi Telepat?

Abbiamo potuto contare su una rete in fibra ottica che nella nostra provincia ha un estensione di mille Km. Grazie alla banda larga realizzata da Trentino Network, società in house della nostra amministrazione, siamo riusciti a collegare il centro e le valli. Al momento attuale circa 700 edifici della PA sono collegati direttamente in fibra ottica alla rete dorsale. Per il collegamento da casa ci si avvale tipicamente di connessioni ADSL2+, dato che tutta la rete telefonica in Trentino Alto Adige ha questa potenzialità, e laddove ci sono problemi sulla rete in rame si fornisce un collegamento radio (Hiperlan) dedicato.

Usate applicazioni particolari per consentire il lavoro a distanza?

Per quanto riguarda gli strumenti informatici, utilizziamo la piattaforma E-Works che offre servizi di presenza, chat, comunicazione audio e video, condivisione del desktop e collaborazione di gruppo. Su E-Works sono attualmente configurati oltre 3.000 utenti della Provincia autonoma di Trento, dei quali oltre 1.500 sono attivi online ogni giorno.

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