Ventuno milioni di italiani usano Facebook, 14,4 milioni YouTube e circa 6 milioni Twitter. Anche da noi, dunque, è in piena ascesa la generazione dei “digital omnivores”. A loro è stato dedicato il quinto Spring Event annuale organizzato a Roma dall’Ambasciata americana e dall’American University of Rome: al centro del dibattito le sfide per bibilioteche e professionisti dell’informazione nell’era delle nuove tecnologie.
Ambasciatore Thorne, lei è un grande sostenitore dei nuovi media.
Fin dal mio arrivo a Roma ho sentito come obiettivo centrale del mio mandato, in linea con la strategia del segretario di Stato Hillary Clinton, l’uso dei social media. In due anni e mezzo l’Ambasciata ha abbracciato la digital economy: per raggiungere nuove fette di pubblico siamo convinti che occorra imparare a usare i nuovi media. L’Italia è in prima fila nell’uso delle reti social ed è anche leader in Europa nella penetrazione degli smartphone.
Il futuro è nella mobilità?
Con l’evento “Digital omnivores” ci siamo concentrati su come cambiano le modalità di apprendimento nell’era di tablet, smartphone ed e-book. Il computer è già “vecchia scuola” e presto tutti i media saranno mobili: la rapida diffusione dei terminali wireless e l’accresciuta disponibilità di wi-fi e reti a banda larga hanno creato un ambiente in cui le persone, e soprattutto i giovani, non accedono più a Internet da pc, ma sono sempre connessi attraverso una molteplicità di device.
Qual è la sfida per i professionisti dell’informazione?
Il loro nuovo orizzonte di riferimento sono lettura e scrittura digitali. Biblioteche e università stanno avviando progetti per integrare i new media nei loro servizi e collezioni. Solo conoscendo e abbracciando i cambiamenti in atto si può entrare efficacemente in contatto con i digital omnivores e guidare i giovani nell’utilizzo degli strumenti digitali per lo studio.
Sono loro gli artefici dell’innovazione?
Sono sicuramente il traino. In Italia sul totale degli internauti l’87,4% ha meno di 30 anni. Per i giovani si aprono opportunità di carriera: la proliferazione dei dati digitali richiede esperti capaci di scavare nei database ed estrarne gli elementi significativi. Nella Silicon Valley è una professione già molto ricercata e ben pagata.
Quanto pesano i nuovi media nella società odierna?
Negli Usa, il presidente Barack Obama è stato un pioniere con la sua campagna elettorale nel 2008 e oggi il Dipartimento di Stato ha adottato i new media e le nuove tecnologie come strumenti vitali della diplomazia pubblica, per raggiungere una più ampia fetta di cittadini e trasformare la comunicazione politica in un dialogo a due. I social media possono poi essere uno strumento utile per affrontare le conseguenze di catastrofi naturali o tragedie come il naufragio della Costa Concordia, a bordo della quale si contavano 120 americani, che nella fuga avevano perso passaporti, e che il nostro consolato è riuscito a individuare grazie a Facebook. Con i social network sono anche riusciti a mettersi in contatto con i familiari negli per rassicurarli. E, ancora, pensiamo al sistema di donazioni via sms attivato dopo il sisma di Haiti.
Senza contare il valore politico recentemente assunto da Facebook e Twitter.
Lo abbiamo visto nei movimenti della Primavera araba, nelle proteste degli indignados e di Occupy Wall Street: Internet e social network hanno fornito una potente cassa di risonanza. Non sostituiscono l’azione politica, ma permettono un’informazione trasparente e la diffusione virale delle idee rappresentando un efficace strumento di mobilitazione. E in generale, l’accesso digitale non è solo essenziale per il benessere e la diffusione delle moderne democrazie, ma per creare economie forti: i Paesi che spendono di più per promuovere e sviluppare Internet registrano una crescita superiore del Pil.
In questa rivoluzione digitale l’Ambasciata americana si è messa in prima fila adottando nuovi canali per la propria comunicazione.
Abbiamo aperto i lavori con il video della canzone “Parole in libertà” realizzata dalla band romana Krikka Krew per sottolineare come le nuove tecnologie siano diventate il nuovo modo di comunicare e affrontare in modo incisivo e anche divertente il tema dell’incontro tra i libri cartacei e le biblioteche da un lato, e i moderni file digitali, tablet e smartphone e new device dall’altro. Un’idea nata proprio all’interno dell’Ambasciata americana a Roma.
L'INTERVISTA
Thorne: “Social media strategici”
L’Ambasciatore Usa in Italia: “I Paesi che più spendono per lo sviluppo di Internet registrano una forte crescita del Pil”
Pubblicato il 11 Mag 2012
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