«La mia passione per i new media mi ha spinto ad ampliare la
nostra informazione online e la presenza dell’ambasciata sui
social network. Credo fortemente nelle potenzialità di Internet e
nell’importanza di interagire con i cittadini italiani per fargli
conoscere meglio la politica estera, l’economia, la cultura e la
società americana. È uno scambio che arricchisce entrambi i Paesi
e contribuisce a creare legami soprattutto tra le nuove
generazioni”. Questa la “strategia” di David H.
Thorne, Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia. “La
curiosità e la voglia di approfondire, qualità che ispirano il
lavoro del giornalista, mi aiutano a capire il vostro Paese e a
migliorare le nostre già eccellenti relazioni bilaterali”.
Di new media se ne intende. Ha fondato Global
Post.
È stata una delle mie ultime iniziative nel settore privato prima
di assumere la carica di ambasciatore in Italia. Si tratta di
un’agenzia online con giornalisti sparsi in tutto il mondo che
offre ai media una copertura professionale delle notizie
internazionali, ma anche reportage su fatti e argomenti che spesso
non trovano spazio sui giornali. È un mix tra i media tradizionali
e quelli di nuova generazione e finora sta andando molto bene.
Nell’ultimo anno ha registrato circa 10 milioni di lettori.
Questa esperienza mi rende fiducioso sul futuro del settore: c’è
ancora spazio per iniziative che sperimentano un nuovo tipo di
giornalismo.
Ma i siti di informazione stentano a
finanziarsi.
Alcuni recenti successi editoriali dimostrano che quando i
contenuti sono apprezzati, la pubblicità funziona anche per i siti
di informazione. Siamo ancora in un momento di sperimentazione ed
evoluzione e probabilmente ci saranno diversi modelli vincenti. Ad
esempio alcuni hanno deciso di mantenere gratuita la maggiore parte
dei contenuti, ma allo stesso tempo di offrire un sistema di
abbonamento online a pagamento che garantisce una serie di benefit
al lettore. Un modello di business basato unicamente sull’offerta
di informazione gratuita non è sostenibile nel lungo periodo. Tra
Europa e Usa non sempre c’è armonia sulle tematiche legate a
Internet. Siamo consapevoli che l’approccio europeo e quello
americano su questioni come privacy e cambiamento sono diversi. Il
settore dell’innovazione tecnologica è però troppo importante e
strategico per il futuro dell’economia mondiale e non possiamo
permetterci ritardi legislativi o incomprensioni tra Usa e Ue.
Quando Europa e Stati Uniti hanno affrontato le grandi sfide, hanno
sempre dimostrato di saper lavorare bene insieme. Esiste oggi la
necessità di creare un sistema di regole comuni sul cammino che
porta all’innovazione tecnologica. Dobbiamo lavorare
nell’ambito del Consiglio Economico Transatlantico e degli altri
forum, cercando di minimizzare le attuali divergenze tra le
politiche statunitensi e quelle dell’Unione Europea, che
rischierebbero altrimenti di compromettere la crescita delle nostre
economie.
L’esito delle elezioni di mid-term frenerà lo sforzo di
Obama per le reti ultrabroadband e la net-neutrality?
I fondi che il Presidente Obama ha deciso di destinare alla
realizzazione di nuove reti a banda larga sono un tassello
fondamentale per la ripresa della nostra economia, non solo perché
si prevede che possano creare direttamente 5.000 nuovi posti di
lavoro, ma anche per il contributo che daranno all’innovazione e
alla competitività del nostro mercato. E la neutralità della rete
rimane un principio cardine dell’Amministrazione, come dimostra
il commento positivo del Presidente Obama all’approvazione, a
dicembre scorso da parte della Commissione federale sulle
Comunicazioni, delle nuove regole che garantiscono concorrenza,
tutela dei consumatori, libertà di espressione e di
innovazione.
Ibm, grande azienda americana da decenni presente in
Italia, ha denunciato la carenza di un ambiente favorevole
all’innovazione.
Gli investimenti statunitensi in Italia sono ancora inferiori
rispetto a quelli in altri importanti Paesi europei, come ad
esempio Francia e Spagna. L’Italia è una delle maggiori economie
a livello mondiale e dobbiamo lavorare insieme per aumentare il
flusso di investimenti americani in maniera reciprocamente
vantaggiosa. Come ambasciata ci impegniamo per favorire gli scambi.
Alcuni mesi fa, ad esempio, abbiamo collaborato alla visita di
rappresentanti dello sviluppo economico provenienti da sedici Stati
americani. L’Italia ha delle buone potenzialità, ma in un
mercato globale così competitivo l’interesse ad investire può
essere sollecitato solo grazie alla creazione di un efficiente
ecosistema di business, con regole chiare e trasparenti.
L’Italia, come anche altri Paesi, dovrebbe fare di più per
stimolare la crescita e aumentare la produttività.
Pensa che l’Italia debba usare di più
Internet?
La buona notizia è che l’uso di Internet sta crescendo
rapidamente nel vostro Paese. Ma il confronto con altri Paesi
rimane ancora poco confortante. Secondo me l’Italia potrebbe fare
di più in questo settore, sia a livello culturale promuovendo un
maggiore uso della rete, sia investendo nelle tecnologie collegate
a Internet che guidano l’innovazione dell’economia e
influenzano positivamente tutti i settori, dalla salute
all’istruzione, dall’amministrazione pubblica all’energia.
Abbiamo apprezzato ad esempio il recente provvedimento del
Ministero dell’Interno volto a liberalizzare il wi-fi. È un
significativo passo in avanti verso una maggiore diffusione di
Internet. E riteniamo che sia importante per l’Italia avere una
strategia digitale.
Sta cambiando la posizione americana in materia di libertà
di Internet?
Sia il Presidente Obama sia il Segretario di Stato Clinton hanno
sottolineato che l’amministrazione Usa sostiene con vigore una
rete libera che permetta a tutti l’accesso alle informazioni e
alle idee. Così Internet diviene un vero strumento di democrazia e
promozione dei diritti umani. L’approccio degli Stati Uniti è
sempre stato chiaro e lo ha ribadito il Presidente Obama nel suo
Discorso sullo Stato dell’Unione: il primo passo per vincere il
futuro è incoraggiare l’innovazione. La libertà di Internet è
fondamentale per dare spazio alla creatività e allo spirito di
iniziativa del nostro popolo. In America, l’innovazione non solo
cambia le nostre vite, ma rappresenta il senso stesso del nostro
vivere.
Ci sono progetti di collaborazione tecnologica Usa-Italia
su cui si sta lavorando?
C’è un progetto del quale siamo molto orgogliosi, si chiama
Best, “Business Exchange and Student Training”, e permette a
giovani ricercatori italiani e aspiranti imprenditori di recarsi
nella Silicon Valley per partecipare ad un programma intensivo di
studio e di apprendistato incentrato sull’imprenditorialità. I
ragazzi imparano a scrivere un business plan, a reperire fondi, a
trasformare un’idea in impresa e al loro ritorno vengono
affiancati da un tutor che li aiuta nella delicata fase di
start-up. Uno dei partecipanti al programma Best ha vinto il premio
nazionale per l’innovazione 2009, prestigioso riconoscimento che
testimonia anche il successo della collaborazione tra Italia e Usa
nell’ambito della ricerca e della promozione imprenditoriale.
Stiamo anche organizzando il Digital Economy Forum che si terrà a
Venezia l’11 e12 maggio per promuovere l’imprenditoria
digitale. Abbiamo invitato i maggiori imprenditori americani,
italiani ed europei nel campo della tecnologia digitale per
dialogare con gli italiani e scambiare idee, al fine di
incoraggiare l’uso di Internet e della tecnologia mobile per
favorire l’imprenditoria e l’innovazione in Italia.
Thorne: “Una strategia digitale per diffondere l’uso della Rete”
La ricetta per la crescita dell’ambasciatore Usa in Italia: “Per l’innovazione regole comuni tra Europa e Stati Uniti”
Pubblicato il 07 Mar 2011
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