Un’operazione che potrebbe danneggiare la concorrenza e causare un aumento delle tariffe per i consumatori. Sono queste le principali preoccupazioni che hanno portato Sharon White (nella foto), direttore generale di Ofcom, l’autorità britannica che regolamenta le telecomunicazioni, di chiedere all’authority sulla Concorrenza Ue di bloccare la fusione fra O2 e Three, due dei quattro operatori di telefonia mobili presenti nel Regno Unito (gli altri due sono Vodafone ed EE, acquisita recentemente da Bt).
Ad anticipare la notizia, in attesa del pronunciamento in sede Ue, è il Financial Times, che riporta di come Sharon White tema che la fusione da quasi 14 miliardi di euro possa avere un impatto negativo sul mercato interno del Paese e sugli accordi di rete esistenti: “Ci preoccupa che la più piccola rete mobile, Three, si appresti a diventare la più grande, acquistando la rivale O2 – afferma White – Il gruppo che ne nascerebbe controllerebbe oltre quattro connessioni mobili su 10″.
La presa di posizione di Ofcom potrebbe rappresentare un ostacolo significativo per la strategia di Hutchison Whampoa, che aveva già raggiunto l’accordo per rilevare O2 da Telefonica: una prima valutazione del deal in sede commissione Ue è prevista già nel corso di questa settimana, e potrebbe rappresentare un “precedente” per tutta una serie di operazioni del genere, tra le quali alcune già avviate o in via di definizione, che potrebbero prendere corpo in Europa in futuro. Tra queste quella che riguarda la fusione in Italia tra Wind, controllata da Vimpelcom, e Tre, controllata in Italia da Hutchison Whampoa, su cui si dovrà pronunciare l’antitrust Ue. In Italia la situazione è però molto diversa da quella del Regno Unito, perché a fondsersi sarebbero il terzo e il quarto operatore: ne scaturirebbe un mercato suddiviso in modo equilibrato tra tre sogetti che avrebbero un peso simile, vicino al 30%.