TikTok muove una nuova pedina sulla scacchiera dello scontro Usa-Cina. E annuncia che aprirà che aprirà in Irlanda il suo primo data center europeo, destinato a raccogliere i dati degli utenti europei finora conservati negli Stati Uniti (con una copia di backup a Singapore).
Costo dell’operazione 500 milioni di dollari. L’infrastruttura sarà operativa “dall’inizio del 2022″, ha fatto sapere il gruppo, aggiungendo che la decisione era allo studio “da molto tempo”. “È un simbolo del nostro impegno a lungo termine per l’Europa e penso che sia un messaggio importante per gli utenti”, ha fatto sapere la casa madre, la cinese ByteDance.
La guerra di Trump all’app TikTok
Si tratta di una mossa strategica in un momento di inasprimento del braccio di ferro fra il governo di Pechino e Washington. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto che la società rappresenta un rischio per la sicurezza nazionale e ha annunciato che vieterà il servizio negli Stati Uniti il 15 settembre se le sue operazioni statunitensi non saranno vendute a Microsoft.
L’Irlanda è uno dei maggiori hub europei per data center e ospita già le attività delle principali società tecnologiche, in primis Amazon, Facebook e Google.
I dati europei rimangono in Europa
La creazione del data center comporterà la creazione di centinaia di posti di lavoro. Del resto le imprese straniere presenti in Irlanda, attratte dalla bassa aliquota d’imposta offerte dal Paese, rappresentano già oggi il 10% della forza lavoro del Paese. Per TikTok si tratta di un passaggio ulteriore nella propria politica di allineamento alle regole occidentali: a gennaio aveva istituito a Dublino il “Trust and Safety Hub” con l’obiettivo di garantire la sicurezza dei dati degli utenti grazie anche ai rapporti con le authority di regolamentazione e i governi in Europa, Medio Oriente e Africa.
“La decisione di TikTok di istituire il suo primo data center europeo in Irlanda è molto apprezzata”, ha affermato Martin Shanahan, capo dell’agenzia statale irlandese incaricata di attrarre investimenti stranieri.
La casa madre di Pechino ByteDance, la startup a maggior valore nel mondo, sta attuando una serie di strategie per placare i regolatori esteri. Accusata dall’amministrazione Trump di trattare in Cina i dati degli utenti e rappresentare quindi un rischio per la sicurezza nazionale, attualmente sta lavorando alla scadenza di sei settimane annunciata da Trump per concludere un accordo con Microsoft o un’altra società americana per la vendita delle operation negli Stati Uniti.