I RUMORS

TikTok nella bufera anche in Italia? Faro del Copasir

Il nostro Paese si preparerebbe a seguire la linea dura degli Usa. E secondo indiscrezioni di stampa il Comitato per la sicurezza avrebbe già avviato un’indagine conoscitiva sulla piattaforma cinese per scongiurare un secondo caso Cambridge Analytica. In ballo i dati di 15 milioni di utenti italiani

Pubblicato il 09 Gen 2023

tiktok

Un doppio rischio “nascosto” dietro TikTok: il controllo degli spostamenti degli utenti. E il condizionamento delle elezioni. Tutte condizioni che potrebbero far scattare sulla piattaforma cinese di proprietà di Bytedance l’apertura di un fascicolo d’indagine del Copasir, il Comitato parlamentare sulla sicurezza della Repubblica, secondo indiscrezioni riportate dal giornale la Repubblica. E’ questo il nuovo capitolo della controversa app seguita da oltre un miliardo di utenti nel mondo, e da 14,4 milioni di visitatori al mese in Italia.

Cosa stanno facendo negli Usa

Una decisione che, se andasse in porto, si inserirebbe nella stessa linea dura adottata dal governo Biden negli Usa, dove la piattaforma è sorvegliata speciale degli apparati di sicurezza che hanno aperto un’istruttoria formale dell’Fbi nei confronti della app.

Diversi Stati hanno deciso di muoversi autonomamente e di proibire l’uso di TikTok sui dispositivi elettronici governativi dopo aver saputo che due dipendenti della piattaforma hanno avuto accesso ai dati dei cittadini. Il rischio, in assenza di accordi soddisfacenti con il governo cinese, l’esclusione di TikTok anche ai privati cittadini. Secondo gli Usa rappresenta un elemento che mette a repentaglio la sicurezza nazionale.

Le contromisure italiane

Non è la prima volta che il nostro Paese decide di tenere d’occhio TikTok. Già nel 2020, durante il governo Conte II, venne aperto un procedimento per verificare l’uso che il governo della Cina fa dei dati sensibili degli utenti italiani iscritti su TikTok”. A occuparsene furono l’Agenzia per le informazioni e la sicurezza esterna (Aise) e al Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis).

“L’Italia deve al più presto recepire il ‘Digital Services Act’, l’accordo realizzato a livello europeo tra la Commissione europea e le principali piattaforme – dice il senatore del Pd Enrico Borghi, responsabile dem per le Politiche per la Sicurezza e membro del Copasir -. Il fatto che gli Stati Uniti e gli apparati di sicurezza degli Usa abbiano aperto un’istruttoria formale nei confronti di TikTok non fa che confermare le preoccupazioni che già a suo tempo avevamo manifestato”.

Il problema, dice il senatore, “è che quando c’è un’attività così massiva di social network che fanno esplicito riferimento a Stati che mantengono una postura non conforme con il nostro ordinamento costituzionale, nel caso specifico la Cina, si apre un doppio problema – spiega – Il primo è un’estrazione di dati sensibili nella nostra popolazione, in particolare in quella più fragile e inconsapevole dei giovani e minorenni, il secondo problema consiste in attività e campagne di disinformazione che possono essere condotte attraverso questo strumento e che da una parte fidelizzano gli utenti su logiche falsate e dall’altra condizionano, anche pesantemente, la nostra modalità di vita”.

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