Piovono grane su TikTok, su entrambe le sponde dell’Atlantico. La Camera dei deputati degli Stati Uniti d’America ha approvato ieri un disegno di legge che porterebbe al divieto di utilizzo di TikTok in tutto il Paese nel caso in cui ByteDance non vendesse la sua quota di partecipazione. Mentre in Italia l’‘Antitrust ha inflitto alle società europee del gruppo una multa da 10 milioni di euro per la diffusione di contenuti suscettibili di minacciare la sicurezza psico-fisica degli utenti, in particolare dei minori.
Il voto bipartisan alla Camera americana
A Washington il disegno di legge è stato approvato con un voto di 352 favorevoli e 65 contrari, passa ora al Senato, dove l’esito è tutt’altro che scontato. “Abbiamo dato a TikTok una scelta chiara”, ha dichiarato la deputata Cathy McMorris Rodgers, del New Yorkshire. Separarsi dalla società madre ByteDance, che è legata al Partito Comunista Cinese, e rimanere operativa negli Stati Uniti, oppure schierarsi con il Pcc e affrontarne le conseguenze. La scelta è di TikTok”.
L’approvazione del dispositivo da parte della Camera è solo il primo passo. Anche il Senato dovrà approvare il provvedimento perché diventi legge, e i legislatori di quella camera hanno dichiarato che sarà sottoposto a una revisione approfondita. Il leader della maggioranza del Senato Chuck Schumer, ha detto che dovrà consultarsi con i presidenti delle commissioni competenti per determinare il percorso della legge.
Il presidente Joe Biden, d’altra parte, ha annunciato che se il Congresso approverà il provvedimento, lo firmerà. L’ex presidente Donald Trump si è invece espresso contro l’iniziativa della Camera, ma il suo vicepresidente, Mike Pence, ha esortato Schumer a portare al voto la proposta di legge della Camera: “Non ci sono dubbi sul fatto che questa app sia uno spyware cinese e che la vendita a una società avversaria non straniera sia nell’interesse del popolo americano”, ha dichiarato Pence in una lettera a Schumer.
Le reazioni di TikTok e del governo cinese
La risposta di TikTok non si è fatta attendere: la società ha dichiarato di non aver mai condiviso i dati degli utenti statunitensi con le autorità cinesi e che non lo farà se le verrà chiesto. Ad oggi, il governo statunitense non ha fornito prove che dimostrino che TikTok abbia condiviso tali informazioni con le autorità cinesi.
In un video pubblicato ieri sera, l’amministratore delegato di TikTok Shou Zi Chew ha dichiarato che l’azienda ha sostenuto pesanti investimenti per mantenere i dati degli utenti al sicuro e la piattaforma libera da manipolazioni esterne. Se venisse approvata, la legge darebbe più potere a una manciata di altre società di social network. “Non smetteremo di lottare e di difendere i vostri diritti. Continueremo a fare tutto il possibile, compreso l’esercizio dei nostri diritti legali, per proteggere questa straordinaria piattaforma che abbiamo costruito insieme a voi”, ha detto Chew nel suo messaggio agli utenti dell’app.
Il governo cinese denuncia d’altra parte che il voto del Congresso degli Stati Uniti sia “contrario al principio della concorrenza” leale. La Cina ha anche promesso di prendere “tutte le misure necessarie” per difendere le sue aziende: “Gli Stati Uniti devono mettere fine alle pressioni per escludere ingiustamente le aziende straniere dai loro mercati”, ha detto un portavoce del ministero del Commercio cinese. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha rincarato la dose accusando Washington di ricorrere a strumenti politici quando le aziende statunitensi non riescono a competere. Ha detto che questo sforzo interromperà le normali operazioni commerciali e minerà la fiducia degli investitori “e alla fine si ritorcerà contro gli stessi Stati Uniti”.
I dubbi dei politici americani
Complessivamente, 197 legislatori repubblicani hanno votato a favore del provvedimento e 15 contro. Alcuni oppositori repubblicani della legge hanno affermato che gli Stati Uniti dovrebbero avvertire i consumatori in caso di problemi di privacy e propaganda, ma che la scelta finale dovrebbe essere lasciata ai consumatori. “La risposta all’autoritarismo non è un maggiore autoritarismo“, ha dichiarato il repubblicano della California Tom McClintock. “La risposta alla propaganda del Pcc non è l’oppressione del Pcc. Rallentiamo prima di precipitare su questo pendio ripido e scivoloso”.
I democratici hanno dal canto loro messo in guardia sull’impatto che un divieto avrebbe sugli utenti negli Stati Uniti, compresi gli imprenditori e i proprietari di aziende. Uno dei voti contrari è stato quello del deputato Jim Himes, membro democratico di spicco della Commissione intelligence della Camera: “Una delle differenze principali tra noi e gli avversari è che loro chiudono giornali, stazioni radiotelevisive e piattaforme di social media. Noi non lo facciamo“, ha detto Himes. “Confidiamo che i nostri cittadini siano degni della loro democrazia. Non ci sembra giusto che il nostro governo decida quali informazioni possono o non possono vedere”.
La senatrice democratica Maria Cantwell, che presiede un’altra commissione competente in materia, ha dichiarato che “cercherà di trovare un percorso che sia costituzionale e protegga le libertà civili”.
Per Fdi la vicenda è importante anche per l’Unione europea
Il voto bipartisan a favore della messa al bando di TikTok è “importante anche per l’Ue, che in materia ha emanato regole assai avanzate che regolamentano l’intelligenza artificiale e il sistema di controllo e protezione dei dati, con il Digital Services Act e il Digital Markets Act”. L’ha detto il senatore Giulio Terzi di Fratelli d’Italia intervistato da Radio Radicale. “Il voto mira a far cessare quelle attività di raccolta illegale di dati che Pechino effettua con un obiettivo sia civile che militare. La decisione dei legislatori statunitensi è giusta, è all’insegna della sicurezza, ed è importante anche per l’Ue. Essa punta all’esclusione di un potente strumento di condizionamento dell’opinione pubblica e di disinformazione che agisce prevalentemente attraverso centinaia di influencer – come certificato da Microsoft – retribuiti soprattutto da Mosca o Pechino per diffondere informazioni false attraverso attività e contenuti non tradizionalmente politici, ma principalmente di tipo culturale o ludico”.
Secondo Terzi, è fondamentale impedire a player esterni di sfruttare il mercato europeo utilizzando piattaforme come Tiktok con cui sono esercitate enormi pressioni politiche e deformazioni addirittura delle capacità di scelta dei nostri cittadini. Negli Stati Uniti l’esclusione di questo strumento è dunque vista come una sorta di conditio sine qua non per fornire garanzie di sicurezza. Un passo molto importante sul quale la comunità euroatlantica dovrebbe continuare a costruire per sviluppare un efficace contesto di sicurezza nel rispetto dei principi della libertà e dello stato di diritto”.
E l’Agcm infligge a TikTok una multa da 10 milioni
Sempre in Italia, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha come detto irrogato una sanzione di 10 milioni di euro in solido a tre società del gruppo ByteDance, ovvero l’irlandese TikTok Technology Limited, la britannica TikTok Information Technologies Uk Limited e l’italiana TikTok Italy.
L’attività istruttoria ha consentito di accertare la responsabilità di TikTok nella diffusione di contenuti – come quelli relativi alla challenge “cicatrice francese”– suscettibili di minacciare la sicurezza psico-fisica degli utenti, specialmente se minori e vulnerabili. Inoltre, TikTok non ha assunto misure adeguate ad evitare la diffusione di tali contenuti, non rispettando pienamente le Linee Guida di cui si è dotata e che ha reso note ai consumatori rassicurandoli che la piattaforma è uno spazio “sicuro”. Le Linee Guida vengono infatti applicate senza tenere in adeguato conto la specifica vulnerabilità degli adolescenti, caratterizzata da peculiari meccanismi cognitivi dai quali derivano, ad esempio, la difficoltà a distinguere la realtà dalla finzione e la tendenza ad emulare comportamenti di gruppo.
Infine, i contenuti – pur essendo potenzialmente pericolosi – sono diffusi tramite un “sistema di raccomandazione” basato sulla profilazione algoritmica dell’utenza, che seleziona costantemente quali video destinare a ciascun consumatore nelle sezioni denominate “Per Te” e “Seguiti”, con l’obiettivo di aumentare le interazioni tra utenti e il tempo speso sulla piattaforma così da accrescere la redditività degli introiti pubblicitari. Ciò causa un indebito condizionamento degli utenti che vengono stimolati ad adoperare sempre di più la piattaforma.
La reazione dell’azienda
“Siamo in disaccordo con questa decisione – commenta un portavoce di TikTok – Il contenuto legato alla cosiddetta ‘cicatrice francese’ registrava una media giornaliera di soltanto 100 ricerche al giorno in Italia prima che l’Antitrust annunciasse l’avvio delle indagini l’anno scorso. Da tempo abbiamo ridotto la visibilità di tali contenuti agli utenti di età inferiore ai 18 anni, escludendoli anche dalla pagina dei ‘Per Te'”.