Per proteggere i dati privati e le informazioni personali dei cittadini “dal partito comunista cinese, ho vietato TikTok nel Montana”. Ad annunciarlo, su Twitter, è il governatore Greg Gianforte, il quale definisce TikTok “un’app legata ad avversari stranieri”. Gianforte ha firmato ieri una legge approvata il mese scorso dal Congresso dello Stato del Montana, che diventa così il primo membro della federazione americana a emanare un divieto totale di distribuzione e utilizzo della piattaforma.
Cosa impone la nuova legge
“Oggi il Montana intraprende l’azione più decisiva di qualsiasi altro Stato per proteggere i dati privati e le informazioni personali sensibili dei cittadini dal Partito Comunista Cinese”, ha dichiarato Gianforte in un comunicato.
Quando il Montana ha vietato l’app sui dispositivi di proprietà del governo a fine dicembre, Gianforte ha affermato che TikTok rappresentava un “rischio significativo” per i dati sensibili dello Stato. Ieri il governatore ha anche annunciato di voler vietare l’uso di tutte le applicazioni di social media legate ad avversari stranieri sui dispositivi statali e per le aziende statali in Montana a partire dal 1° giugno. Tra le app elencate ci sono WeChat, la cui società madre ha sede in Cina, e Telegram, fondata in Russia. Gianforte avrebbe voluto ampliare la legge su TikTok per includere tutte le app legate ad “avversari stranieri”, ma i legislatori non gli hanno inviato il disegno di legge fino alla fine della sessione di questo mese, impedendogli di proporre emendamenti.
La nuova legge del Montana proibisce il download di TikTok nello Stato e prevede una multa di 10mila dollari al giorno a qualsiasi “entità” – un app store o TikTok – per ogni volta che a qualcuno “viene offerta la possibilità” di accedere alla piattaforma di social media o di scaricare l’app.
Gli oppositori sostengono che i residenti del Montana potrebbero facilmente aggirare il divieto utilizzando una Vpn, un servizio che protegge gli utenti di Internet criptando il loro traffico di dati, impedendo ad altri di osservare la loro navigazione sul web.
Il provvedimento, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2024, sarà probabilmente impugnato legalmente e servirà da banco di prova per un’America libera da TikTok immaginata da molti legislatori nazionali. Ma gli esperti di cybersicurezza sostengono che potrebbe essere difficile far rispettare il divieto.
La risposta di TikTok e lo scetticismo degli esperti
La portavoce di TikTok, Brooke Oberwetter, ha sostenuto che la legge viola i diritti del Primo Emendamento delle persone ed è illegale. “Vogliamo rassicurare i cittadini del Montana che possono continuare a usare TikTok per esprimersi, guadagnarsi da vivere e trovare una comunità, mentre continuiamo a lavorare per difendere i diritti dei nostri utenti all’interno e all’esterno del Montana”, ha detto Oberwetter in un comunicato.
Anche l’American Civil Liberties Union (Aclu) del Montana e NetChoice, un’associazione commerciale che conta Google e TikTok tra i suoi membri, hanno definito la legge incostituzionale. Keegan Medrano, direttore politico dell’Aclu del Montana, ha dichiarato che la legislatura “ha calpestato la libertà di parola di centinaia di migliaia di cittadini che usano l’applicazione per esprimersi, raccogliere informazioni e gestire le loro piccole imprese, in nome di un sentimento anti-cinese”.
I funzionari dello Stato del Montana affermano che la tecnologia di geofencing viene utilizzata con le app per il gioco d’azzardo sportivo online, che vengono disattivate negli Stati in cui il gioco d’azzardo online è illegale. Sebbene molti legislatori del Montana si siano dimostrati entusiasti del divieto, gli esperti che hanno seguito da vicino la proposta di legge hanno affermato che lo Stato dovrà probabilmente difendere la legislazione in tribunale.
Ci sono del resto legislatori che sostengono che si dovrebbero limitare le pratiche di raccolta dei dati a tutte le società di social media, e non solo a una. Il senatore repubblicano Rand Paul del Kentucky ha per esempio bloccato a marzo una proposta di legge che avrebbe vietato TikTok a livello nazionale, affermando che una simile mossa avrebbe violato la Costituzione e fatto arrabbiare i milioni di elettori che utilizzano l’applicazione.
Il divieto di TikTok del Montana arriva anche nel contesto di una richiesta crescente per limitare l’uso dei social media tra i bambini e gli adolescenti e, in alcuni casi, imporre divieti. Diverse proposte di legge in circolazione al Congresso mirano a risolvere il problema, tra cui una che vieterebbe a tutti i minori di 13 anni di utilizzare i social media e richiederebbe il permesso di un tutore per la creazione di un account da parte di utenti di età inferiore ai 18. Alcuni Stati, come lo Utah e l’Arkansas, hanno già promulgato leggi che vincolano l’uso dei social media al consenso dei genitori. Progetti di legge simili sono in fase di elaborazione in altri Stati. L’anno scorso, la California ha emanato una legge che impone alle aziende di rafforzare le pratiche di protezione dei dati per i bambini e di offrire loro le impostazioni di privacy più elevate.
E intanto è già partita la prima causa
La risposta degli utenti del Montana non si è fatta attendere. Cinque creatori di contenuti pubblicati sull’applicazione di video brevi hanno infatti intentato una causa in tribunale federale per bloccare il nuovo divieto imposto dallo Stato alla piattaforma. La causa, depositata presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti in Montana nella tarda serata di mercoledì, nomina il procuratore generale dello Stato, Austin Knudsen, incaricato di far rispettare la legge.
Gli utenti di TikTok sostengono che lo Stato cerca di “esercitare poteri sulla sicurezza nazionale che il Montana non ha e di vietare la libertà di parola che il Montana non può sopprimere”. Gli utenti ritengono che la legge violi i loro diritti del Primo Emendamento.
“Il Montana non può vietare ai suoi residenti di vedere o postare su TikTok più di quanto possa vietare il Wall Street Journal a causa di chi lo possiede o delle idee che pubblica”, si legge nel documento depositato in tribunale.
Emily Flower, portavoce di Knudsen, ha dichiarato che lo Stato è pronto ad affrontare le cause. “Ci aspettavamo una sfida legale e siamo pienamente preparati a difendere la legge”, ha dichiarato.
I cinque querelanti, tutti residenti in Montana, includono una stilista di costumi da bagno sostenibili che usa TikTok per promuovere la sua azienda e per entrare in contatto con i clienti; un ex sergente del Corpo dei Marines degli Stati Uniti che usa il social per entrare in contatto con altri veterani; un allevatore che condivide contenuti sulle sue avventure all’aria aperta; una studentessa che studia fisiologia umana applicata e racconta le sue avventure all’aria aperta; e un uomo che condivide video umoristici su TikTok e guadagna dai contenuti che pubblica.