Tim raggiungerà una copertura della rete a banda ultra larga con tecnologia Ftth (Fiber to the home) pari al 60% della popolazione a Roma entro fine 2018. Lo ha annunciato l’Ad di Tim, Flavio Cattaneo, durante la Mediobanca Ceo Conference, rispondendo alle indiscrezioni di un’alleanza fra Acea e Open Fiber, controllata da Enel e Cassa Depositi e Prestiti (Cdp).
“La copertura in banda ultralarga della città di Roma arriverà al 98% già a fine di quest’anno dall’attuale 88%, con tecnologia Fttc (Fiber to the cabinet)”, ha spiegato Cattaneo – È previsto inoltre che entro un anno circa il 60% dei romani avrà la fibra sino a casa (Ftth) triplicando il dato attuale”.
Si fa più interessante dunque la partita tra Tim e Open Fiber. La società guidata da Pompei è vicina a un accordo con Acea per utilizzare l’infrastruttura della utility romana per la posa della banda ultralarga a Roma: la partnership permetterà di portare la fibra ottica nella Capitale utilizzando e valorizzando il network di tubi, condutture e cavidotti della utility che da meno di due mesi ha il nuovo Ad Stefano Donnarumma. L’annucio ufficiale dell’intesa tra Of e Acea arriverà dopo l’estate. La utility capitolina punta ad accelerare sulle smart grid, bruciando i tempi sulla digitalizzazione di gestione e controllo delle sue reti e, per farlo, una fibra capillare è indispensabile. L’intesa dovrebbe andare anche oltre quella stipulata tra Tim e A2A. Non arriverà a costituire una jv ma sicuramente andrà a toccare anche lo sviluppo tecnologico e non solo gli aspetti commerciali.
Ma quali sono i numeri complessivi in ballo per llo sviluppo delle Ngn? Per Tim la partita della fibra vale 11 miliardi di investimenti tra già realizzati e in budget. Per Open Fiber fino al 2019 il piano prevede circa 4 miliardi, il 30% di mezzi propri e il 70% da chiedere al mercato. Lo Stato, per coprire le zone bianche ha messo 1,3 miliardi per la prima gara e le prime 5 Regioni, altri 1,2 miliardi sono sulla seconda gara che riguarda 11 Regioni. Si tratta del 92% dello stanziamento totale pubblico, che si aggira dunque intorno ai 3 miliardi. Restano da aggiudicare due sole gare minori, per un totale tra i 4 e i 500 milioni: una per le ultime tre Regioni, Sicilia, Sardegna e Calabria, e una per la provincia di Bolzano.