Il titolo di Tim scende in Borsa sotto la soglia “psicologica” dei 50 centesimi. Ma non sono le sanzioni Antitrust e Privacy a pesare sul valore. La maggiore oscillazione al ribasso si è infatti verificata la scorsa settimana, prima dunque della notizia delle multe. L’azienda soffre in Borsa, come molte multinazionali del settore Ict, a causa degli “effetti” sui mercati del coronavirus e quindi delle prospettive negative sul Pil 2020.
Le azioni del gruppo perdono oltre un punto percentuale e sono ai minimi dall’agosto scorso sotto quota 48 centesimi.
Per l’azienda capitanata da Gubitosi gli ultimi giorni non sono certo stati positivi: nel week end l’Antitrust ha comminato una multa pari a 114 milioni di euro, nell’ambito delle indagini sulla fatturazione a 28 giorni, mentre il Garante per la Privacy ne ha comminata un’altra di 27,8 milioni per illeciti legati all’attività di marketing.
La multa Antitrust
228 milioni di euro: tanto vale la stangata inflitta Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb dall’Antitrust (qui il provvedimento integrale dell’Authority) nell’ambito della vicenda delle bollette a 28 giorni. La sanzione era attesa anche se le compagnie hanno sperato fino all’ultimo di poter essere “salvate” tenendo conto del rispetto delle misure richieste per tornare alla fatturazione mensile ma anche e soprattutto del parere inviato all’Antitrust dall’Agcom. Tim l’azienda più colpita: la multa ammonta a 114,4 milioni. A seguire Vodafone per 59,9 milioni, Wind Tre per 38,9 milioni e Fastweb per 14,7 milioni.
Gli operatori presenteranno ricorso al Tar. “L’esito finale del ricorso al Tar ed eventualmente al Consiglio di Stato potrebbe richiedere ancora diverso tempo per cui non ci aspettiamo un esborso durante l’anno e non escludiamo una sostanziale riduzione della sanzione al termine del procedimento”, commentano gli analisti di Equita Sim.
La sanzione del Garante Privacy
Il Garante per la Privacy ha multato Tim con 27,8 milioni di euro per numerosi trattamenti illeciti di dati legati all’attività di marketing. La vicenda riguarda il periodo che intercorre fra il gennaio del 2017 e i primi mesi del 2019. Il Garante ha rilevato numerose e gravi violazioni della disciplina in materia di protezione dei dati personali” e che la telco “ha dimostrato di non avere sufficiente contezza di fondamentali aspetti dei trattamenti di dati effettuati (accountability)”. Gli analisti si attendono che Tim possa ridurre l’importo della sanzione attraverso un accordo transattivo.