Quattro storici top manager di Tim, Francesco Chirichigno (Ad dal 1994 al 1997), Vito Gamberale (Ad di Sip, dg di Telecom e Ad di Tim tra il 1991 e il 1998), Umberto de Julio (Ad e dg di Tim nel 1998), Girolamo Di Genova (32 anni nel gruppo fino al 1998 quando ha lasciato la compagnia come responsabile della Direzione Business e con la qualifica di condirettore generale) chiedono che lo Stato rientri in Tim. “L’ingresso della Cdp – scrivono – sarebbe il miglior suggello al recupero di un ruolo e di una attiva collaborazione per accelerare lo sviluppo della Società in coerenza con la politica industriale del Paese”.
I manager scrivono una lettera aperta, anticipata dal Corriere della Sera, indirizzata al Governo e alla stessa Tim. “Siamo però convinti che per una netta inversione di tendenza sia indispensabile partire da un confronto trasparente e costruttivo con le Istituzioni” è l’invito. “L’apporto di Tim è fondamentale per gli obiettivi di politica industriale del Paese in tema di Agenda Digitale e Industria 4.0. Ma allo stesso tempo lo sviluppo di Tim non può prescindere dal supporto e dall’attenzione del Governo, negli ultimi vent’anni abbastanza distratto sul tema”, scrivono i quattro manager.
“Ci conforta e ci fa ben sperare la recente rassicurazione del Presidente del Consiglio Gentiloni sulla strategicità di Sparkle. E’ un inizio, ma è senz’altro ancora poco. Vogliamo perciò concludere riprendendo un’idea “carsica”, suggerita da più parti: l’ingresso della Cdp nel capitale di Tim. Sarebbe il miglior suggello ad un recupero di ruolo e di attiva collaborazione e consentirebbe di accelerare lo sviluppo della Società in coerenza con la politica industriale del Paese”.
Intanto è stata di nuovo rimandata la decisione del comitato di governo sull’attivazione del golden power. La riunione si terrà giovedì 28 settembre a Palazzo Chigi. Il team è chiamato a stabilire se la posizione di Vivendi nel colosso tlc possa far scattare i poteri speciali del governo sugli asset strategici (il cosiddetto golden power).
Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda a margine del G7 dell’industria, ha detto che “ci sono gli estremi per esercitare la golden power”. “C’è necessità di notificare il controllo (da parte di Vivendi, ndr) e per quanto riguarda la sicurezza esiste un tema reale che va gestito in modo equilibrato e assolutamente non punitivo”, ha chiarito.
Vivendi avrà fino a 90 giorni per difendere le sue ragioni. Poi la palla passerà di nuovo al governo il cui comitato ha anche deciso che Inwit è controllata dal colosso media francese.