La controllata brasiliana di Telecom Italia, Tim Brasil, ha chiuso il quarto trimetre del 2014 con gli utili in discesa dell’8%, a causa della stagnazione delle vendite e dei costi crescenti.
L’utile netto dell’azienda è così sceso a 460 milioni di real, in linea con i 459 milioni stimati dagli analisti. La debole crescita dell’occupazione e un’inflazione annua sopra il 7% – ricostruiscono dall’agenzia Reuters – ha infatti eroso la fiducia dei consumatori brasiliani, portando a una contrazione dei consumi, e a mantenere le vendite invariate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
A registrare un trend in crescita è stata nell’ultimo quarto 2014 la domanda per i servizi dati, che è servita per controbilanciare la discesa dei ricavi della parte voce, mentre i ricavi netti della divisione della linea fissa hanno visto hanno chiuso in crescita il trimestre.
L’Ebitda è salito del 4% a 1,558 miliardi di real, sopra le previsioni di 1,489 miliardi.
L’andamento degli utili è in linea con le previsioni sul mercato brasiliano delle Tlc che erano state prospettate dagli analisti sentiti prima della presentazione dei risultato da Reuters, e che parlavano di utili sotto pressione, prevedendo un calo generalizzato della redditività. Il motivo, secondo gli addetti ai lavori, sarebbe da ricercarsi nel ristagno delle vendite, nell’aumento dei costi e nel quadro economico generale debole (picco dell’inflazione, frenata della creazione di nuovi posti di lavoro, forte calo nella fiducia e nella spesa dei consumatori), con tanti ritardi nei pagamenti anche da parte dei clienti delle aziende di telecomunicazione.
Inoltre, le aziende telecom brasiliane hanno dovuto spendere pesantemente per introdurre nuovi servizi e dare i sussidi all’acquisto degli smartphone e si muovono su un mercato sovraffollato e molto competitivo. Anche la cessione delle torri, che ha portato vitali risorse per gli investimenti, ha finito col far salire i costi operativi per le telco che ora devono dare in affitto l’utilizzo delle torri.