Elliott pronto a salire al 10% di Tim. Lo riporta Il Sole 24 Ore. Dall’8,8% della scorsa primavera, il fondo prima ha comunicato alla Sec di detenere il 9,4% e poi alla Consob di essersi portato al 9,547%.
Sulla base della normativa sulla golden power, in caso di superamento della fatidica soglia dei dieci punti percentuali del capitale, il fondo sarà obbligato a notificare la partecipazione.
La notifica, da effettuare entro dieci giorni, è necessaria – secondo le norme della golden power – per partecipazioni superiori al 5%, 10%, 15%, 20% e 25%. In teoria, però, il governo che deve rispondere entro 15 giorni dalla notifica, potrebbe chiedere il rispetto di determinate condizioni o opporsi: in questo secondo caso il voto sulle aziono eccedenti la soglia sarebbe congelato e ci sarebbe l’obbligo di cedere i titoli entro un anno.
Alla Sec (l’Autorità di Borsa Usa) Elliott ha comunicato che avrebbe potuto comprare azioni tramite “margin accounts” detenuti presso broker primari. Il fondo Usa non è intenzionato a mollare la presa su Tim.
Intanto sale l’attesa per l’assemblea del 29 marzo chiamata a votare l’approvazione del bilancio e il voto sulla richiesta di revoca da parte di Vivendi – i francesi detengono il 23,94% del capitale di Tim- di cinque dei dieci consiglieri in quota Elliott.
La scorsa settimana infatti i sindaci di Telecom Italia hanno bocciato la richiesta di Vivendi, che detiene il 23,94% del capitale, di anticipare la convocazione dell’assemblea. “Il collegio si riserva comunque, se del caso, di rivedere le proprie considerazioni in merito alla convocazione dell’assemblea qualora dall’esito delle attività istruttorie, in corso di svolgimento sui fatti denunciati dal socio Vivendi, dovessero emergere nuovi elementi o situazioni finora non conosciute”.