LA SURVEY

Tim, fiducia dei dipendenti ai massimi livelli (per ora)

Indagine sul clima interno all’azienda: negli ultimi tre anni la soddisfazione per il lavoro è aumentata di 20 punti percentuali, un risultato fra i migliori in Europa e in Italia. Ma è allarme sul futuro. Il 3 dicembre la prima riunione del comitato presieduto da Rossi creato per l’esame della proposta di Kkr. La sottosegretaria allo Sviluppo economico, Anna Ascani: “Massima attenzione sulla vicenda”.

Pubblicato il 01 Dic 2021

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I dipendenti Tim soddisfatti del clima interno all’azienda. A rilevarlo l’Engagement Survey 2021, realizzata dalla compagnia in collaborazione con società Mercer-Sirota che misura il livello di soddisfazione delle persone per il proprio lavoro. L’indagine ha coinvolto gli oltre 40mila dipendenti Tim e ha riportato un importante risultato, sia in termini di partecipazione (83%) sia in termini di engagement (76%), un valore che negli ultimi tre anni è aumentato di 20 punti percentuali superando inoltre l’attuale benchmark delle aziende in Italia (73%) e quello internazionale dell’industry (75%).

L’indagine è stata ovviamente effettuata prima dell’offerta di Kkr che sta sollevando non poche preoccupazioni soprattutto per i possibili effetti dell’operazione sul perimetro occupazionale – come evidenziato a più riprese i sindacati – e anche sulla capacità della compagnia di mantenere il suo ruolo di driver di digitalizzazione del Paese. I dati della survey non “raccontano” il clima che si è venuto a creare in questi ultime settimane.

“Il risultato testimonia il grande legame che le persone Tim hanno maturato nei confronti dell’azienda, raggiunto grazie ad un Piano di Azioni pluriennale e ad un ascolto strutturato e continuativo delle persone di Tim – spiega una nota della compagnia – Le iniziative hanno garantito un supporto concreto alla qualità della vita privata e professionale dei collaboratori, consentendo loro di esprimere il proprio potenziale. In questa cornice i progetti di welfare aziendale realizzati dall’azienda, sono considerati un mezzo per incrementare il benessere e migliorare il work-life balance delle persone”.

Quest’anno Tim, ha inoltre analizzato l’esperienza delle proprie persone anche attraverso il modello di Great Place To Work, ottenendo la relativa certificazione dall’istituto internazionale come migliore ambiente di lavoro secondo i propri dipendenti.

L’offerta Kkr sul tavolo del comitato presieduto da Rossi

In attesa del cda del 17 dicembre, il 3 dicembre Tim ha in agenda tre appuntamenti importanti: le riunioni del comitato nomine, del comitato controllo e rischi e, per la prima volta, del comitato presieduto da Salvatore Rossi. Sul tavolo di quest’ultimo la manifestazione d’interesse del fondo americano Kkr: ancora presto per la decisione ma verrà comunque fatto il punto sul dossier. Nel comitato, oltre a Rossi, siedeono, il Lead Independent Director e gli amministratori Paolo Boccardelli, Marella Moretti e Ilaria Romagnoli.

Il comitato nomine sarà assistito da Spencer Stuart che ha l’incarico di predisporre il piano di successione, sebbene i tempi non paiono essere maturi per l’insediamento del nuovo amministratore delegato.

L’attenzione del governo

Il governo segue con estrema attenzione il caso Tim. Lo evidenziato oggi la sottosegretaria allo Sviluppo economico, Anna Ascani, intervenendo al convegno “5G Italy- A european perspective”.

“Sono convinta che noi dobbiamo rispettare i tempi che ci siamo dati e che l’Europa ci ha dato. Come governo seguiamo con la massima attenzione quello che sta accendo perchè si tratta di una infrastruttura strategica, e fondamentale – ha detto Ascani – Si tratta di livelli occupazionali da garantire e quindi abbiamo grande attenzione rispetto a questo. Faremo tutto quello che va fatto per tenere insieme due esigenze che sono quella di conservare una attenzione altissima sulla vicenda Tim e dall’altra stare attenti a non perdere le milestone perché perdere le milestone significherebbe perdere fondi che abbiamo destinato a questi piani che sono strategici. In politica siamo abituati a lavorare a mediazioni e a rivedere le decisioni anche rispetto a quello che accade”.

“L’importante è per noi in questo momento non fallire l’obiettivo e per noi l’obiettivo è l’infrastrutturazione digitale del paese – ha concluso – Colmare in 5 anni un ritardo che abbiamo accumulato negli ultimi 50. È una sfida molto ambiziosa e abbiamo bisogno di tutti gli attori in campo. Quindi è ovvio che per noi l’attenzione sia molto alta”.

Il dibattito sulla rete unica

Il futuro di Tim è strettamente legato anche al progetto di rete unica. Oggi il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, è tornato a delineare la sua visione.

Continuo a pensare che se si creano le condizioni, sia conveniente per il paese arrivare a una rete unica che vada bene all’Antitrust Italiana e Ue e quindi non verticalmente integrata – ha spiegato – Ma continuo a pensare che non sia utile, per inseguire l’obiettivo della rete unica, rinviare le possibili soluzioni di coinvestimento che eviterebbero la duplicazione degli investimenti”, a condizione che “siano coinvestimenti veri”. Per Bassanini, non è un problema di 51% o 49%”, ma di un’infrastruttura “sulla quale gli operatori di servizi di tlc non hanno poteri di governance rilevanti”.

“In Italia converrebbe avere un’unica rete ed evitare una duplicazione di investimenti, e consentire di accelerare nella migrazione dal rame alla fibra – ha precisato – È che le regole della concorrenza vogliono infrastruttura “Indipendente e neutrale come soluzione in astratto migliore”.

“Finora il detentore della principale, storica infrastruttura di tlc italiana, Telecom Italia, non ha ritenuto di accettare l’idea di conferire, con una adeguata valorizzazione, la sua infrastruttura in una infrastruttura unica”.

Quindi la soluzione è “o Telecom Italia e i suoi azionisti, e questo potrebbe essere l’oggetto di una parte del progetto di Kkr, cambiano l’idea su questo punto, cioè concorrere a costruire una infrastruttura unica non verticalmente integrata” oppure bisogna ricorrere “a co-investimenti veri, dove quelli che coinvestono conservano ciascuno dei diritti infrastrutturali”, ad esempio dentro un unico scavo “ci sono i tubi di un operatore e dell’altro, e anche di un terzo, in questo modo si condividono moltissimi costi” e “si fa fronte anche a un altro problema, al collo di bottiglia della mancanza di manodopera qualificata”.

L’incontro Tim-sindacati

I sindacati delle tlc in Tim incontrano l’azienda per la procedura di raffreddamento prevista per alcuni servizi pubblici essenziali in vista di possibili proteste e scioperi. E’ quanto emerge dal verbale dell’incontro cui hanno partecipato Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil , visionata dall’AdnKronos. Nel verbale si chiarisce che “che l’iniziativa si inserisce in un contesto di sensibilizzazione nei confronti delle istituzioni e della politica e rientra nell’ambito delle azioni che le stesse organizzazioni sindacali hanno intrapreso a sostegno della vertenza a tutela dei perimetri occupazionali del gruppo Tim”.

“Le organizzazioni sindacali hanno inoltre evidenziato che l’avvio delle procedure non rappresenta un giudizio di valore sugli indirizzi industriali realizzati e chiedono anche per il futuro l’adozione di piani industriali che abbiano tra gli obiettivi la difesa dell’occupazione e il rilancio industriale del gruppo”, conclude il verbale.

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