L’offerta di Kkr non convince Tim, non riflettendo pienamente il valore dell’asset. E’ questo quanto deliberato dal cda di Tim, riunitosi per esaminare l’offerta non vincolante presentata del private equity Usa. Al centro dell’offerta, presentata lo scorso 1 febbraio 2023 (la “Nbo”), l’acquisto di una partecipazione in una costituenda società cui farebbe sostanzialmente capo il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa, inclusi gli asset e le attività di FiberCop, nonché la partecipazione in Sparkle (NetCo).
L’offerta di Kkr non riflette il valore dell’asset
“Com’è noto, il Consiglio di Amministrazione è impegnato a perseguire gli obiettivi strategici definiti in occasione del Consiglio di Amministrazione del 6 luglio 2022 ed enunciati in occasione del Capital Market Day del 7 luglio 2022 – si legge in una nota Tim – In tale quadro, ha esaminato il contenuto della Nbo, nonché della lettera di proroga pervenuta in data 21 febbraio 2023, anche con l’ausilio delle analisi e degli approfondimenti svolti dal management con il supporto degli advisor”.
“Alla luce delle informazioni ricevute, il Consiglio ha molto apprezzato l’interesse espresso nella suddetta Nbo – si chiarisce – pur considerando che la stessa non riflette pienamente il valore dell’asset e le aspettative di Tim, anche in termini di sostenibilità della società risultante dall’operazione ivi contemplata”.
Per favorire l’allineamento delle condizioni dell’operazione proposta rispetto al quadro strategico rilevante per Tim, il cda ha deliberato di mettere a disposizione di Kkr, ma non in esclusiva, alcuni specifici elementi informativi e di richiedere le ulteriori indicazioni necessarie per comprendere a pieno gli assunti e gli economics della proposta.
“Quanto sopra, con l’obiettivo di ricevere un’offerta migliorativa, in esito ai suddetti scambi informativi ed entro il termine del 31 marzo 2023”, conclude la nota.
Il piano di Kkr vale 27 miliardi
Il piano di Kkr sarebbe così articolato: sul piatto 18 miliardi per rilevare Netco (gli asset di rete fissa al netto del backbone) più un “premio” da 2 miliardi in caso di via libera da parte della Ue al progetto di integrazione Tim-Open Fiber; 7 miliardi di investimenti per spingere l’infrastrutturazione a banda ultralarga.