LA NOMINA

Tlc, Carr a capo dell’Agcom Usa. Cambio di passo sulla banda ultralarga?



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Il nuovo numero uno della Federal Communications Commission critico sul programma da 42 miliardi di dollari per il finanziamento delle reti nelle aree rurali e sulla decisione di non finalizzare il piano da quasi 900 milioni in sussidi per Starlink di Musk.  E già annuncia di voler “smantellare il cartello della censura imposto dai giganti del Web”

Pubblicato il 18 nov 2024



Fcc

Brendan Carr è il nuovo numero uno della Federal Communications Commission: ad annunciarne la nomina in un comunicato stampa è il neo presidente Usa Donald Trump, che definisce Carr come “un guerriero della libertà di espressione”. “Il commissario Carr è un guerriero per la libertà di parola e ha combattuto contro la legge regolatrice che ha soffocato le libertà degli americani e frenato la nostra economia – afferma Trump – Porrà fine all’assalto normativo che ha paralizzato i creatori di posti di lavoro e gli innovatori d’America e farà in modo che la Fcc si impegni per l’America rurale “.

Il Curriculum di Carr

Dipendente della Fcc dal 2012, l’avvocato fu nominato nel 2017 come commissario dell’“Agcom statunitense” proprio da Donald Trump, durante il suo primo mandato. Quarantacinque anni, Carr – che prende il posto di Jessica Rosenworcel – è un avvocato specializzato in regolamentazione e durante il mandato di Joe Biden alla presidenza è stato fortemente critico contro le scelte della Casa Bianca.

“Smantellare la censura”

“Bisogna smantellare il cartello della censura”, afferma Carr commentando la nomina appena annunciata e mettendo nel mirino le big tech del calibro di Facebook, Google, Apple e Microsoft. Il nuovo numero uno di Fcc annuncia di voler “ripristinare il diritto alla libertà di espressione degli americani”.

La visita a Taiwan

Negli ultimi anni ha sostenuto le iniziative di Elon Musk e si è espresso più volte a favore di restrizioni più severe nei confronti della Cina. Tra le curiosità, Carr è stato il primo commissario della Fcc ad aver visitato ufficialmente Taiwan, isola rivendicata dalla Cina. Con la vittoria di Trump alle presidenziali statunitensi del 5 novembre proprio Brendan Carr aveva auspicato un imminente “cambio di rotta” per la Commissione.

La difesa di Elon Musk

La difesa di Elon Musk

In Negli ultimi mesi Carr aveva criticato la decisione della Fcc di revocare il piano da quasi 900 milioni di dollari in sussidi per Starlink e aveva avanzato perplessità sul programma da 42 miliardi di dollari per il finanziamento delle reti nelle aree rurali. Decisione che, secondo Carr, non poteva essere spiegata “da alcuna applicazione oggettiva dei fatti, della legge o di una sana politica. A mio avviso – aveva detto – non si tratta di altro che di un’azione contro uno dei principali bersagli della sinistra, il signor Musk”.

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