C’è bisogno di modelli di business innovativi e di nuove fonti di ricavi per sostenere gli investimenti degli operatori mobili nel 4G. Le tecnologie evolvono e gli accordi tra i soggetti si moltiplicano a fronte di questa sfida, che caratterizzerà i prossimi due-tre anni, come si è visto dagli annunci di oggi e di ieri al Mobile World Congress di Barcellona.
Over the top: amici o nemici?
Gsma (l’associazione internazionale degli operatori) ha annunciato la nuova release dell’Rcs (Rich communication systems). “E gli operatori farebbero bene ad affrettarsi a lanciarla commercialmente. Perché è la loro arma migliore per rispondere all’instant messaging degli over the top, che stanno facendo calare i ricavi sms e mms”, ha commentato Paul Lambert, analista di Informa Telecoms & Media. La conferma del calo è anche in un recente rapporto di Ovum.
RCS 5.0 integra funzioni di cloud storage, geolocalizzazione e (video)chiamate nei terminali. L’idea è di rispondere ai servizi degli over the top con una qualità migliore e maggiori servizi aggiuntivi.
Gsma riferisce che diversi operatori (anche italiani) lanceranno servizi Rcs 5.0 nel 2012, su terminali di tutti i principali produttori (eccetto Apple).
Sulla stessa scia è la scommessa sulla tecnologia Multimedia resource function, che, se adottata dagli operatori, permetterebbe videochiamate e videoconferenze con qualità garantita, rispondendo così a servizi di Skype e a Apple.
Ma a volte gli over the top possono essere alleati degli operatori, per la missione comune di migliorare i servizi e potenziare il business. Così si spiega l’alleanza tra Facebook e un gruppo di operatori per permettere agli utenti di pagare in modo più diretto e semplificato le applicazioni Facebook su cellulare. Al momento è una cosa difficile, come ha detto Brett Taylor, Cto di Facebook (ha parlato di “broken experience”). Anche Paypal però sta lavorando con gli operatori per migliorare questi aspetti. L’idea dietro queste mosse è che gli operatori guadagneranno una fetta di costi di commissione per ogni acquisto fatto dagli utenti sui cellulari. Via web, su internet, con l’Nfc o in qualsiasi altro modo che coinvolga la sim (gli accordi di ieri, tra Vodafone e Visa e tra Wind e Western Union vanno pure in questa direzione).
Come si vede, le notizie sui rapporti con gli over the top sono a volte di segno opposto. A conferma di come in questa fase gli operatori sono ancora alla ricerca di una via d’uscita al dilemma su come ritornare dagli investimenti.
Reti più intelligenti
La tecnologia evolve per consentire la sostenibilità non solo tecnica ma anche economica, delle nuove reti. Si va verso l’heterogeneous network (het net), da qui ai prossimi due anni, per ridurre gli investimenti necessari nelle coperture di rete e distribuire il traffico in modo più flessibile. Qualcomm, Ericsson, Alcatel Lucent, Zte hanno fatto annunci in questa direzione. L’elemento che vedremo diffondersi per primo, nello scenario het net, sono le small cell, che secondo Informa saranno il 90 per cento delle base station vendute nel 2016. Sono femtocelle e picocelle, che gli operatori possono installare con facilità e costi ottimizzati laddove necessario. Un altro elemento è l’evoluzione delle base station verso l’Aas (Active antenna systems): sparano il segnale in modo intelligente, per fornire capacità radio laddove serve, a seconda dei momenti. Tra due anni dovrebbero diffondersi invece i sistemi di Wi-Fi offloading (stima Ericsson): i device mobili sfrutteranno la banda larga fissa via Wi-Fi laddove questa è presente, in modo automatico e invisibile all’utente.
Nel 2014 dovrebbe arrivare sul mercato anche l’Lte Broadcasting (stima Qualcomm). Permetterà agli operatori di mandare contenuti a pioggia, su risorse radio condivise. Così potranno non solo risparmiare queste ultime ma anche lanciare contenuti premium (per esempio video di eventi sportivi in diretta). Rispetto alla mobile tv come l’abbiamo conosciuta finora, il passo avanti si prospetta notevole: maggiore qualità video, possibilità di personalizzare il video (cambiando l’angolo di regia di una partita, per esempio), di commentarlo con altri utenti eccetera.
Machine to machine
Il mercato machine to machine varrà 4,5 mila miliardi di euro nel 2020 e, di questi, 1,2 mila miliardi finiranno nelle tasche degli operatori, secondo un rapporto Informa pubblicato oggi. I settori di sviluppo sono la pubblica amministrazione (istruzione, sanità, telecontrollo ambientale) e l’automotive.
C’è speranza insomma che gli operatori riusciranno a trovare molteplici e nuove fonti di ricavo, per giustificare gli investimenti miliardari. E’ una scommessa da cui dipende la tenuta dell’intero sistema della telefonia mobile.