Sono quasi 15,2 milioni gli accessi complessivi broadband da rete fissa registrati nel primo semestre 2016, con una crescita di 582mila unità su base annua e un aumento significativo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ questo uno dei dati evidenziati dall’Osservatorio sulle Comunicazioni attraverso il quale l’Agcom, a cadenza trimestrale, mette a disposizione di imprese, consumatori e media informazioni in grado di contribuire a migliorare la comprensione delle tendenze di mercato e competitive nel settore delle comunicazioni.
I dati elaborati rilevano un’importante riduzione degli accessi in tecnologia xDSL (-400mila), tendenza più che controbilanciata dalla crescita di accessi (+980mila) attraverso tecnologie qualitativamente superiori che ormai superano i 2,6 milioni. In particolare, le linee a banda larga con velocità superiore ai 10Mbit sono il 39% del totale (28,7% a giugno 2015), di cui l’11,5% è rappresentato da linee con velocità superiori ai 30 Mbit (5,7% nel 2015). In Italia gli accessi attraverso la rete di nuova generazione (Nga) superano ormai 1,9 milioni di unità (+870mila da inizio anno), in particolare grazie alla crescita delle linee Telecom Italia e Vodafone. A giugno 2016, Telecom detiene una quota di mercato pari al 46,6%, in leggera flessione (-1%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: di questa diminuzione si avvantaggiano in particolare Vodafone (+0,6%) e gli operatori Fixed Wireless Access (+0,7%), in particolare Linkem. Relativamente alle linee mobili, l’Osservatorio ha evidenziato che, su base annua, queste hanno complessivamente registrato un leggero aumento (+0,49 milioni), dovuto esclusivamente agli operatori virtuali di rete mobile (Mvno).
Infine il dato relativo gli sms, sostanzialmente “cannibalizzati” da applicazioni di messaggistica istantanea quali WhatsApp: nei primi sei mesi dell’anno sono stati 12,5 miliardi, il 26,8% in meno rispetto alla prima metà del 2015 e oltre il 74% in meno riguardo al massimo raggiunto nei primi due trimestri del 2012, quando ne furono inviati 48,3 miliardi.
I ricavi complessivi nel settore dei servizi postali e di corriere espresso nel periodo 2011-2015, non considerando gli introiti derivanti dall’attività di bancoposta di Poste Italiane S.p.A., subiscono una flessione dell’8,8% (anche se crescono del 2% nel 2015), posizionandosi intorno ai 7,4 miliardi. Il margine operativo netto si riduce in misura sensibile passando, tra il 2011 ed il 2015, dal 10,3% del 2011 al 4,7% dei ricavi. Tende ad aumentare il ricorso a mezzi propri (il rapporto tra patrimonio netto e passività complessive sale dal 4,2 all’11,3%). Il valore degli investimenti risulta, se confrontato con il settore delle telecomunicazioni, marginale rispetto agli introiti (e costante intorno al 3,5% dei ricavi).