RAPPORTO ASSTEL

Tlc, investimenti in aumento del 7% nonostante il calo dei ricavi

Il dato emerge dal VI Rapporto Asstel: fatturato a -5% e posti di lavoro giù del 3%. Lte: Italia sopra la media Ue per copertura, ma l’utilizzo resta scarso

Pubblicato il 26 Giu 2015

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Nel settore delle Tlc gli investimenti hanno registrato un incremento del 7% nel 2014, mentre i ricavi e l’occupazione sono calati rispettivamente del 5% e del 3%. E’ quanto emerge dal VI Rapporto Asstel sulla filiera delle telecomunicazioni. Si allarga la forbice tra la copertura e l’utilizzo delle infrastrutture di rete: la prima “accelera, mentre l’utilizzo parte da un livello tra i più bassi della Ue e cresce al minor tasso annuo”, si legge nel rapporto, elaborato fagli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano ed illustrato oggi da Andrea Rangone.

“Il settore si conferma protagonista assoluto di dinamiche fortemente positive per l’economia italiana – ha detto il presidente di Asstel, Cesare Avenia – ed i fattori che più hanno contrassegnato l’anno passato sono gli investimenti degli operatori”.

Per Avenia “il contesto positivo di relazioni industriali che caratterizza storicamente la filiera delle Tlc -ha detto Avenia- ha consentito di attenuare gli impatti negativi sull’occupazione, calata comunque del 3%, e ha permesso alle Parti Sociali di condividere analisi di scenario e formulare proposte congiunte al Governo e alle istituzioni”.

“Come filiera che svolge un ruolo cruciale di abilitazione dell’economia digitale e accelerazione dei processi di crescita – hanno affermato Asstel ed i sindacati di categoria Slc/Cgil, Fistel/Cisl, Uilcom/Uil – Ci attendiamo scelte urgenti di politica industriale chiaramente e nettamente a favore dell’innovazione” .

L’Italia sconta ancora un ritardo sulla banda ultra larga fissa, che a maggio del 2015 aveva raggiunto solo il 32% delle abitazioni contro il 62% della media Ue. Solo lo 0,5% degli italiani utilizza la banda ultra larga fissa contro il 6,8% della media europea. Per quanto riguarda i dati sulla banda larga fissa base, la copertura raggiunge il 99% della popolazione mentre l’utilizzo è pari al 23,4% con una crescita annua solo dello 0,1 cento.

Inoltre l’Italia è fanalino di coda in Europa sull’utilizzo dell’Lte, cioè della banda ultra larga mobile 4G. In particolare, a marzo 2015, la copertura a banda ultra larga mobile 4G (Lte) in Italia ha raggiunto l’84% della popolazione, superando la media europea, attestata all’80%, e collocandosi seconda dopo l’Uk. Il nostro paese registra così il maggior tasso di crescita di questa infrastruttura in Ue, considerando che a marzo 2014 la copertura riguardava il 55% della popolazione.

In base ai piani di investimento resi noti dagli operatori, nel 2017 l’accesso al 4G sarà disponibile al 95% della popolazione. Siamo, al contrario, il fanalino di coda in Europa sull’utilizzo dell’Lte. Infatti a fine 2014 risultava che solo il 6% delle Sim italiane aveva attivo un contratto 4G, contro il 12% degli utenti in Spagna, il 18% in UK, il 20% in Germania.

Se la copertura con banda larga fissa base riguarda il 99% delle abitazioni, l’utilizzo di questa tecnologia continua a marcare un “significativo ritardo”, riguardando solo il 23,4% della popolazione, a fronte di una media Ue del 30,9%. Il dato più preoccupante è che “la crescita della domanda di banda larga fissa base è in assoluto la più lenta in Ue”, pari a 0,1 punti percentuali (luglio 2013-2014), rispetto all’incremento medio europeo di 1,6 punti percentuali.

Per quanto riguarda la copertura a banda ultra larga, superiore a 30 Mbps, l’accelerazione degli investimenti attivati dagli operatori ha consentito di passare dal 21% delle abitazioni di dicembre 2013 al 32% di maggio 2015 (pari a 8 milioni di abitazioni). Rimane elevato il ritardo rispetto alla media europea (62% delle abitazioni, a dicembre 2013), ma secondo i piani dichiarati dagli operatori, nel 2017 questa infrastrutturazione giungerà a coprire il 75% delle abitazioni italiane.

Per recuperare i ritardi accumulati in questi anni, hanno rimarcato Asstel ed i sindacati di categoria, “occorre affiancare e sostenere gli investimenti degli operatori con una molteplicità di interventi, di modo che insieme alla crescita della nuova infrastrutturazione di Tlc, fissa e mobile, aumenti l’offerta di servizi on line e il loro uso da parte dei cittadini e delle imprese”.

“Non è accettabile – hanno detto – che una delle principali economie del continente, qual’ è l’Italia, partendo già da un livello di utilizzo della banda larga sia fissa che mobile fra i più bassi d’Europa, oggi presenti il minor tasso di crescita nell’uso di Internet nell’Ue25”.

“In questo contesto è urgente mettere in atto – hanno detto Asstel e Slc/Cgil, Fistel/Cisl, Uilcom/Uil– adeguate misure di incentivazione dell’uso di tecnologie digitali. Allo stesso tempo devono viaggiare su un binario parallelo gli interventi diretti a sostegno dell’infrastrutturazione. Ciò significa semplificazione delle normative e delle procedure relative alle opere per l’istallazione della banda ultra larga fissa e mobile, politiche attive per il lavoro che mirino all’aggiornamento delle competenze esistenti nel settore e all’inserimento di giovani, politiche di sviluppo per il comparto dei call center al fine di accrescere il valore aggiunto di queste attività e sostenere l’occupazione”.

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