LA SENTENZA

Tlc mobili, Corte Ue: “Nessun obbligo di tariffa sociale”

I giudici di Lussemburgo accolgono il ricorso di due operatori belgi: Internet e comunicazioni wireless non sono “servizio universale” ma “servizio obbligatorio supplementare”. E i governi non possono costringere le telco a finanziarlo

Pubblicato il 11 Giu 2015

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Le comunicazioni mobili, internet incluso, non rientrano nei diritti riconosciuti dalla direttiva Ue sul servizio universale, ma solo la telefonia e l’internet fisso. Lo ha stabilito la Corte di giustizia europea, dopo il ricorso presentato da due operatori mobili del Belgio, Base e Mobistar, contro la legge belga che chiedeva loro di finanziare tariffe sociali agevolate per alcuni tipi di beneficiari.

Con la sentenza odierna la Corte di Lussemburgo ricorda che la direttiva sul servizio universale stabilisce l’obbligo per gli Stati membri di garantire la connessione “in postazione fissa” a una rete di comunicazione pubblica. Di conseguenza, osserva la Corte Ue, i servizi di Tlc mobili, inclusi gli abbonamenti a internet, “sono, per definizione, esclusi dall’insieme minimo dei servizi universali”, al contrario invece di quelli fissi.

Gli stati membri, però, precisa ancora la Corte, sono liberi di considerare telefonia e internet mobili quali “servizi obbligatori supplementari” ma non possono chiedere agli operatori Tlc di finanziarli.

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