Parola d’ordine: differenziare. I grandi player dell’Ict non fanno che ripeterlo ai propri clienti, proponendo le nuove tecnologie come grimaldello per identificare processi, servizi, modelli di business e strumenti per la creazione di valore utili ad affrontare la competizione globale. Ma con l’inevitabile maturità del mercato, ora tocca anche a loro dover cercare un posizionamento efficace. Software Ag, multinazionale tedesca specializzata nelle piattaforme di Bpm (Business process management), ha scelto come mission quella di traghettare le organizzazioni verso il digital enterprise colmando il gap tra business e IT.
L’ha spiegato stamani a Milano Fabio Todaro, da due mesi country manager per l’Italia di Software AG. “Sui singoli prodotti potremmo incontrare l’offerta della concorrenza, così come sul versante IT silos. Noi preferiamo agire nel mezzo, in quell’area che definiamo digital agility layer, e che di fatto ci pone come operatori super partes del mercato”. Le quattro colonne portanti, per Software Ag, rimangono necessariamente quelle comuni a tutti i creatori di innovazione: mobile, social, big data e cloud. Ma l’obiettivo è quello di utilizzarle all’unisono integrandole per spingere le intelligent business operations, a prescindere dal tipo di hardware e software sottostanti.
“Da questo punto di vista, siamo agnostici, del tutto neutrali. Più svizzeri che tedeschi”, scherza Francesco Maselli, direttore tecnico di Software AG per l’Italia. “Il contesto è piuttosto caotico”, aggiunge, “e l’agilità, la capacità di adattamento o ridefinizione anche radicale di obiettivi e strumenti diventa basilare. L’approccio social è strategico per migliorare i processi aziendali, la gestione del budget in chiave IT è la premessa per l’efficacia delle trasformazioni, mentre la nuova frontiera del Bpm è la visibilità a 360 gradi di tutti i canali garantita dall’analisi dei Big data”.
L’impostazione sembra pagare, visto che a livello mondiale il gruppo non conosce sosta: la crescita rimane costante a due cifre, e mentre il primo trimestre del 2014 segna un +11%, le previsioni per la chiusura dell’anno oscillano tra il 14 e il 18%. “Negli ultimi quattro-cinque anni Software AG ha rivoluzionato la propria suite attraverso una serie di acquisizioni mirate, puntando su prodotti e aziende al top nei ranking di Gartner e Forrester. Solo nel 2013 sono stati investiti 1,3 miliardi di euro in questo senso”, spiega Todaro.
E se sul piano internazionale i clienti spaziano da Coca-Cola a Fujitsu, passando per Paypal ed Electrolux, rispetto all’Italia Software AG ha presentato una case history di successo che costituisce nel panorama bancario tricolore un unicum: l’adozione della piattaforma Aris per la messa in opera del progetto Kadma, grazie al quale la Federazione toscana delle BCC (Banche di credito cooperativo) è riuscita a fornire a filiali associate e istituti clienti una standardizzazione metodologica della normativa interna. “Potrebbe sembrare banale”, dice la responsabile del progetto Cristina Martinelli, “ma grazie al co-sourcing il sistema offre alle banche una modellazione della normativa interna personalizzabile e aggiornabile in base alle regole dettate dagli organi di controllo, dal legislatore o dagli istituti internazionali, garantendo flessibilità, integrazione e facilità di consultazione, a tutto vantaggio dell’efficienza e dell’efficacia dei processi aziendali”. Lo strumento, oltre ad aver ricevuto diversi riconoscimenti che ne hanno premiato la spinta innovatrice in un settore piuttosto refrattario a questo genere di cambiamenti, si è dimostrato talmente efficace che dopo l’adozione di 35 banche toscane è in procinto di essere esteso a un centinaio di altre strutture in tutta Italia. Il costo dell’operazione? Due milioni di euro ripartiti in sette anni, durante i quali sono state necessarie solo tre risorse per implementarlo. “Grazie anche naturalmente al lavoro dei consulenti di Capgemini”, precisa Martinelli.
I partner di Software AG sono in effetti parte integrante della nuova filosofia del gruppo. “L’azienda, che ha anche la propria forza vendita, si è realmente resa conto dell’importanza del canale solo un anno e mezzo fa”, conferma Fabio Todaro. “Ma è evidente che i partner avranno per noi un ruolo sempre più strategico”.