L'OPERAZIONE

Toshiba, il private equity Jip lancia opa da 14 miliardi

Offerta pubblica totale a 32 dollari per azione, obiettivo delisting e ritorno alla crescita. Per la nipponica pessima trimestrale: perdite nette per 162 milioni e ricavi in discesa del 4,9%

Pubblicato il 07 Ago 2023

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Il private equity Japan Industrial Partners si prepara a lanciare l’offerta pubblica d’acquisto sulla totalità delle azioni di Toshiba che mira a ritirare il titolo dal mercato. L’offerta è di 4.620 yen per azione e valuta il gruppo dell’elettronica circa 2000 miliardi di yen, pari 14 miliardi di dollari. Il board aveva iniziato da tempo a valutare proposte per la valorizzazione della società e la prima proposta formale arrivata da Jip a settembre 2022 era stata tra i 5.200 e 5.500 yen per azione, anche se i risultati societari realizzati nel secondo e nel terzo trimestre dell’esercizio scorso avevano portato a una revisione delle valutazioni.

Toshiba intanto ha approvato i conti del primo trimestre 2023-24 registrando una perdita netta di 25,4 miliardi di yen (162 milioni di euro) su ricavi in discesa del 4,9% a 704,1 miliardi di yen (4,5 miliardi di euro). Il risultato operativo del trimestre chiuso a giugno è invece positivo per 11,4 miliardi di yen a fronte di un rosso operativo di 4,8 miliardi di yen riportato un anno fa. Il corrispondente periodo 2022 si era chiuso con un risultato netto positivo per 25,9 miliardi.

Il presidente Watanabe: “Fiducia nella rinascita dell’azienda”

L’offerta pubblica di acquisto, condotta da un fondo di buyout composto da importanti banche e società giapponesi e denominato Japan Industrial Partners, partirà domani. Il presidente Akihiro Watanabe ha chiesto agli azionisti di appoggiare la proposta, affermando che si tratta dell’unica possibilità per Toshiba Corp. di tornare alla sua antica forza. “Questa mossa per Toshiba è ottima non solo per il Giappone, ma anche per il mondo”, ha dichiarato. “Ho fiducia nella rinascita di Toshiba”.

Riportando la perdita del trimestre aprile-giugno, l’azienda non ha comunque fornito una previsione di profitto per l’intero anno fiscale, citando le incertezze nel settore dei chip per computer. Se la proposta avrà successo, si tratterà di un passo importante nello sforzo di risanamento di Toshiba, durato anni, che le consentirà di uscire dal listino della Borsa di Tokyo. Almeno due terzi degli azionisti dovranno in ogni caso offrire le loro quote perché l’offerta abbia successo. Gli investitori attivisti d’oltreoceano possiedono un numero significativo di azioni Toshiba e alcuni hanno espresso insoddisfazione per l’offerta.

L’azienda colpita dallo tsunami che causò l’incidente di Fukushima

L’acquisizione manterrebbe Toshiba in un’alleanza con partner giapponesi. Japan Industrial Partners, costituita nel 2002 per ristrutturare le aziende giapponesi, ha investito anche in altri marchi giapponesi come Sony, Hitachi e Olympus. Toshiba, uno dei principali produttori dell’industria nucleare giapponese, è stata colpita dallo tsunami del marzo 2011 che ha causato la fusione di tre reattori a Fukushima, nel Giappone nord-orientale. L’azienda è coinvolta nello sforzo di smantellamento di Fukushima Dai-ichi, che si prevede richiederà decenni. La sua divisione nucleare statunitense Westinghouse ha dichiarato bancarotta nel 2017 dopo anni di profonde perdite dovute all’aumento dei costi della sicurezza.

Il marchio Toshiba, un tempo apprezzato per elettrodomestici, computer portatili, batterie e chip per computer, è diventato il bersaglio di azionisti attivisti d’oltreoceano. La sua immagine è stata anche gravemente offuscata da un vasto scandalo contabile nel 2015 che ha coinvolto libri contabili falsificati per anni.

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