Toyota ha stipulato un nuovo accordo con Amazon Web Services (Aws) per rafforzare una collaborazione che è già parte integrante della strategia più generale del gigante automobilistico tesa allo sviluppo di veicoli connessi al cloud.
Il nuovo orizzonte della partnership con Aws
Lavorando gomito a gomito con Aws, il colosso giapponese mira a progredire verso ciò che la casa automobilistica chiama “Case”, acronimo che sta per “Connected cars”, “Autonomous/Automated” driving, “Shared”, and “Electric”. Tra le altre cose, Toyota ha l’ambizione di trarre vantaggio dalla partnership con lo specialista del Public cloud per sviluppare veicoli connessi in vista dell’uso diffuso delle reti mobili ultrabroadband fornite dal 5G.
Risale al 2017 la prima stipula dell’accordo di partenariato tra le due aziende: Toyota era ricorsa ad Aws per analizzare i dati raccolti dalle auto connesse e applicarli alla progettazione, allo sviluppo e alla manutenzione dei veicoli, nonché al car sharing e ad altri servizi. La collaborazione ampliata, a cui si aggiungono le operazioni avviate con l’operatore di telefonia mobile Kddi e con Microsoft, consente ora all’intero gruppo Toyota di utilizzare i sistemi di analisi dati di Aws per dare vita a servizi di mobilità data-driven di nuova generazione. D’altra parte, Aws sta maturando sempre più competenze sul versante dell’automotive: a luglio, infatti, la controllata di Amazon aveva annunciato che stava allargando una partnership anche con la tedesca Volkswagen, con l’obiettivo di trasformare alcuni software e database proprietari in un marketplace di settore, all’interno del quale i clienti aziendali possano acquistare e vendere applicazioni industriali.
E nel frattempo Amazon crea 3.500 posti di lavoro negli Usa
L’annuncio dell’importante accordo siglato da Aws con Toyota arriva in concomitanza con un’altra buona notizia per il gruppo di Jeff Bezos: Amazon ha infatti dichiarato di voler espandere i suoi uffici fisici in sei città degli Stati Uniti: New York, Phoenix, San Diego, Denver, Detroit e Dallas. La decisione è accompagnata dalla creazione di 3.500 posti di lavoro nei prossimi due anni. Secondo il Wall Street Journal, duemila risorse saranno operative nello storico edificio di Manhattan che un tempo ospitava i grandi magazzini Lord & Taylor, ora di proprietà di Amazon. In questi nuovi hub lavoreranno ingegneri e product manager, ma troveranno posto anche figure dedicate all’offerta di Amazon Web Services, il team di assistenti virtuali che si occupa di Alexa e quelli che gestiscono la raccolta pubblicitaria e i servizi di Amazon Fresh.
La scelta dell’azienda testimonia il desiderio di un graduale ritorno alla normalità lavorativa. Durante l’emergenza coronavirus, infatti, Amazon ha adottato in modo sistematico il lavoro a distanza soprattutto per i centri di assistenza clienti. Durante la fase più dura della pandemia, la società di Bezos ha registrato un record di vendite di 88,9 miliardi di dollari per il trimestre terminato il 30 giugno e dopo Walmart è la società privata con maggior numero di assunti.