Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso si dice ottimista sul futuro degli investimenti strategici nel Paese. “Con la revisione del Pnrr siamo riusciti a spostare risorse da capitoli poco capaci di sostenere lo sviluppo a capitoli più efficaci”, ha spiegato Urso ieri, durante il Meeting di Comunione e Liberazione di scena come ogni anno a Rimini. “Se la commissione condividerà l’ultimo confronto, avremo più di 4 miliardi per la transizione 5.0: 1,5 per impianti di rinnovabili ai fini dell’autoconsumo dell’impresa, 2 miliardi per la filiera della produzione di tecnologia green e 320 milioni per la Sabatini green“, ha precisato il ministro.
Sull’estrazione di materie prime critiche l’Italia può diventare leader
Urso ha anche parlato della priorità legata alla produzione di materie prime critiche, a partire dal cobalto, sottolineando l’importanza di riavviare un’attività estrattiva, per garantirsi autonomia strategica e contribuire a quella europea.
L’obiettivo è quello di aderire con forza al piano dell’autonomia strategica dell’Unione europea. “Questo vale per le materie prime critiche”, ha detto Urso. “Qualcuno ha titolato: ‘Urso vuole riaprire le miniere in Italia‘. Sì certo, perché meglio una miniera di cobalto in Italia, e noi siamo tra i più grandi possessori di giacimenti di cobalto in Europa, rispettando le regole del mercato del lavoro, la tecnologia, l’ambiente, meglio estrarre il cobalto in Italia per raggiungere la nostra autonomia strategica, che importare il cobalto realizzato in Congo, 63% del cobalto mondiale, lavorato in Cina e poi esportato in Italia”
Il ministro si è detto fiducioso: “L’Italia sia più capace di rispettare le regole del lavoro, le regole dei diritti sociali e ambientali, di quanto lo possa fare il Congo nelle condizioni in cui è. E l’impatto per l’ambiente è lo stesso”. Urso ha poi ribadito che “se vogliamo evitare di passare dalla subordinazione al carbon fossile russo, che c’è costato carissimo, alla subordinazione alla tecnologia green cinese, dobbiamo produrre materie prime critiche che ci servono in Italia: il litio, il cobalto, il manganese, il titanio. Siamo pieni di materie prime critiche. Dobbiamo lavorarlo in Italia e in Europa, per poi realizzare la tecnologia green e digitale che ci serve. In questa economia globale, l’Italia può diventare una potenza leader d’Europa. A livello globale”.