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Transizione 5.0, incentivi anche per formazione e software per l’autoproduzione di energia



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Lo stabilisce la circolare operativa con cui il Mimit specifica i criteri applicativi del piano. Ecco le novità

Pubblicato il 21 ago 2024



Adolfo Urso 11

Cambiano alcuni criteri applicativi del piano Transizione 5.0, che di fatto viene esteso a nuove forme di investimento. Con una circolare operativa il Mimit ha precisato che la svolta energetica e digitale nell’ambito dell’Industria 5.0 si farà anche attraverso risorse dedicate alla formazione dei lavoratori e alle nuove tecnologie informatiche nell’ambito dell’autoproduzione di energie rinnovabili.

Risorse anche per la formazione e l’adozione di software

Nel documento il governo precisa, tra le altre cose, come contribuirà a sostenere le imprese non soltanto rispetto alla produzione di infrastrutture, come per esempio impianti e pannelli fotovoltaici, ma anche sul piano dello sviluppo di software e applicazioni per l’autoproduzione di energia pulita. Il sistema previsto dal Mimit punta inoltre a incoraggiare economicamente le attività di formazione finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze dei lavoratori nel gestire processi produttivi più avanzati ed efficienti.

“Transizione 5.0 sarà uno strumento di nuova politica industriale che coniuga innovazione e formazione: è il primo piano in Europa con incentivi per le due transizioni, green e digitale, insieme con la formazione dei lavoratori”, aveva dichiarato il ministro Adolfo Urso al varo dell’iniziativa. “Il provvedimento darà un impulso significativo agli investimenti delle imprese italiane, rendendole più competitive rispetto ai nuovi scenari globali”.

Cosa prevede il piano

Il decreto attuativo per dare il via libera alla distribuzione delle risorse – 6,3 miliardi di euro stanziati per il biennio 2024-2025 – del piano è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale all’inizio di agosto. La piattaforma per la prenotazione degli incentivi è attiva sul sito del Gse, ente incaricato della gestione delle agevolazioni e del credito per conto del Mimit. La pagina web, previo accesso attraverso Spid, guiderà le imprese nell’adempiere correttamente agli oneri documentali previsti dal decreto.

Oltre alle nuove voci aggiunte con la circolare, le spese agevolabili includono i beni strumentali materiali e immateriali già inclusi nel piano Transizione 4.0 e gli investimenti per gli impianti finalizzati all’autoproduzione di energia rinnovabile, oltre che le spese per la formazione su tecnologie per la gestione della twin transition.

Sono ammissibili al finanziamento i progetti di innovazione aventi a oggetto investimenti in beni materiali e immateriali tecnologicamente avanzati purché si raggiunga una riduzione dei consumi energetici pari ad almeno il 3% dell’unità produttiva o 5% se calcolata sul processo interessato dall’investimento. A queste condizioni è possibile agevolare anche le spese di formazione e gli investimenti in impianti per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo.

Più nello specifico, ci sono tre fasce di benefici: nella prima rientrano i progetti con riduzione dei consumi energetici nella struttura produttiva pari almeno al 3%; nella seconda, gli interventi che mirano a una diminuzione che va dal 6 al 10%; nella terza, i progetti con tagli dei consumi superiori al 10%. In base alle finalità del progetto, cambia l’intensità del credito d’imposta, che, con un’aliquota massima del 45%, è modulato in nove aliquote in funzione dell’ammontare degli investimenti e della riduzione dei consumi energetici conseguita.

Il bonus è riconosciuto per i nuovi investimenti effettuati dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025 con possibilità di completare gli oneri documentali entro il 28 febbraio 2026.

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