Italia indietro sul digitale ma il ritardo si può colmare. A patto che ci sia un intervento dello Stato. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nelle comunicazioni rese all’Aula del Senato sul Consiglio europeo di questa settimana. “Siamo ancora indietro, molto indietro, ma intendiamo colmare il divario che ci separa dal resto d’Europa, e in alcuni settori arrivare a guidare la transizione digitale europea – ha spiegato – Per farlo abbiamo stanziato 50 miliardi di euro, oltre un quarto della dotazione complessiva del Piano”. Il presidente del Consiglio ha riferito ancora che “la presidenza del Consiglio e i Ministeri coinvolti hanno già predisposto meccanismi di verifica sui progressi compiuti. Questi non saranno eccessivamente gravosi e saranno basati su indicatori attendibili”.
In questo contesto di rilancio sarà cruciale il ruolo dello Stato. Per la transizione ecologica come per la transizione digitale “non ci sono alternative all’intervento dello Stato, lo Stato non può che essere completamente impegnato altrimenti queste due transizioni non avverranno – ha sottolineato Draghi – Un criterio equitativo deve essere sempre tenuto presente nell’affrontare i costi delle due transizioni che andranno distribuiti tenendo in mente l’eguaglianza”.
Riflettori anche sulla cybersecurity. “Sul fronte della cybersicurezza, il nostro obiettivo è garantire un quadro normativo chiaro e identificare risposte rapide e coordinate. L’Italia si è dotata di un’Agenzia per la cybersicurezza nazionale che promuove lo sviluppo di capacità di prevenzione, monitoraggio, rilevamento e mitigazione. È un tema prioritario per l’Europa, che metterà in campo degli strumenti legislativi appositi – ha ricordato – Sulla concorrenza, lavoriamo sulle proposte di regolamentazione europea per il mercato e i servizi digitali. L’Italia sostiene la proposta di Regolamento sui mercati digitali e ne auspica la pronta adozione. Intendiamo poi fissare adeguate garanzie per la libertà di impresa e di espressione. Occorre assicurare al contempo la non discriminazione e la corretta attribuzione delle responsabilità sulla distribuzione e pubblicazione di contenuti e prodotti online”.
Ma la strategia per fare l’Italia digitale deve andare di passo con le azioni dell’Europa.
“In materia di concorrenza nei servizi digitali, l’Italia sostiene la proposta di
regolamento sui mercati digitali e ne auspica la pronta adozione. Intendiamo poi fissare adeguate garanzie per la libertà di impresa e di espressione”, ha aggiunto Draghi secondo cui è necessario allo stesso tempo assicurare “la non discriminazione e la corretta attribuzione delle responsabilità sulla distribuzione e pubblicazione di contenuti e prodotti online”. Per questa ragione, ha spiegato il capo del governo,
“l’Italia sostiene il regolamento Ue sui servizi digitali, anche per proteggere efficacemente prodotti e contenuti realizzati in Italia”. “La nostra convinzione è che quello che è illecito off line debba essere illecito anche online”, ha assicurato il presidente del Consiglio che sull’intelligenza artificiale ha spiegato come l’esecutivo punti a “promuoverne la sperimentazione e renderne l’utilizzo più sicuro e trasparente”.