L'APPELLO AL GOVERNO

Transizione digitale, le Regioni: “Rendere permanente la nostra presenza al Citd”

In vista della conversione in legge del decreto Ministeri, la Conferenza ha elaborato un emedamento ad hoc: “Gli enti territoriali hanno assoluta competenza, in alcuni casi anche esclusiva, nelle materie principali assegnate al Comitato interministeriale, come sanità digitale, competenze e banda ultralarga”

Pubblicato il 07 Apr 2021

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Rendere permanente la presenza delle Regioni e delle Province autonome nel Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale (Citd), l’organismo che avrà il compito di effettuare il coordinamento e il monitoraggio dell’attuazione delle iniziative di innovazione tecnologica e transizione digitale delle pubbliche amministrazioni.
È la richiesta della Conferenza al governo in vista della conversione in legge del decreto legge del 1° marzo 2021 n. 22 – il cosiddetto decreto Ministeri – che istituisce il Citd.

Tra le materie di competenza del Comitato vi sono le attività di coordinamento e monitoraggio dell’attuazione delle iniziative relative alla strategia nazionale italiana per la banda ultralarga, alle reti di comunicazione elettronica satellitari, terrestri mobili e fisse, al fascicolo sanitario elettronico e alla piattaforma dati sanitari e allo sviluppo e alla diffusione delle tecnologie emergenti dell’intelligenza artificiale, dell’internet delle cose (Iot) e della blockchain.

Il comma 4 dell’articolo 8 del dl Ministeri stabilisce che: “Alle riunioni del Citd, quando si trattano materie che interessano le Regioni e le Province autonome, partecipano il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome o un Presidente di Regione o di Provincia autonoma da lui delegato e, per i rispettivi ambiti di competenza, il Presidente dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) e il presidente dell’Unione delle province d’Italia (Upi)”.

In altre parole gli enti territoriali sono chiamati a partecipare alle riunioni solo nel caso in cui si tratti di materie di loro competenza.

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha però approvato una proposta di modifica nel senso di rendere permanente la partecipazione del Presidente della Conferenza o di un suo delegato al Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale.

“La richiesta emendativa – spiegano le Regioni – è motivata dal fatto che le Regioni hanno un’assoluta competenza, in alcuni casi anche esclusiva, nelle materie principali assegnate al Citd, come ad esempio sanità digitale, dati, formazione e competenze digitali e banda ultra-larga, per i quali – tra l’altro- hanno investito somme importanti dei propri fondi comunitari.

L’emendamento delle Regioni

Le Regioni chiedono di modificare il comma così come segue: “E’ membro permanente del Citd il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome o suo delegato. Per i rispettivi ambiti di competenza, possono essere invitati quando si trattano materie di competenza comunale e provinciale il Presidente dell’Associazione Nazionale dei comuni italiani (Anci) e il presidente dell’Unione delle province d’Italia (Upi)”.

Il Comitato interministeriale per la Transizione digitale

Come previsto dal Dl Ministeri, il Comitato avrà le seguenti competenze: “Esame delle linee strategiche, delle attività e dei progetti di innovazione tecnologica e transizione digitale di ciascuna amministrazione, anche per valorizzarli e metterli in connessione tra loro in modo da realizzare efficaci azioni sinergiche; esame delle modalità esecutive più idonee a realizzare i progetti da avviare o già avviati; monitoraggio delle azioni e dei progetti in corso volto a verificare lo stato dell’attuazione delle attività, individuare eventuali disfunzioni o criticità e, infine, elaborare possibili soluzioni e iniziative”.

Inoltre sono ricomprese prioritariamente nelle materie di competenza del Comitato le attività di coordinamento e monitoraggio dell’attuazione delle iniziative relative:

  • a) alla strategia nazionale italiana per la banda ultralarga, alle reti di comunicazione elettronica satellitari, terrestri mobili e fisse;
  • b) al fascicolo sanitario elettronico e alla piattaforma dati sanitari;
  • c) alle iniziative per lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie emergenti dell’intelligenza artificiale, dell’internet delle cose (IoT) e della blockchain.

Il decreto stabilisce anche il numero di addetti che andranno a lavorare nel Comitato: saranno 60, 25 tra il personale della Pubblica amministrazione in comando o fuori ruolo e 35 esperti della materia non dipendenti della PA. A tal fine vengono stanziati 2,2 milioni di euro per il 2021 e 3,2 nel 2022.

Del Cidt faranno parte il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi o dal ministro delegato per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, dal ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, dal ministro dell’Economia e delle finanze, dal ministro della Transizione ecologica, dal ministro dello Sviluppo economico, dal ministro della Salute. Della Cultura e del Sud e Coesione territoriale.

Mentre Regioni e Province saranno al tavolo solo per le materie di loro competenza.

Presso la presidenza del Consiglio sarà costituita la segreteria tecnico-amministrativa del Citd con funzioni di supporto e collaborazione per la preparazione e lo svolgimento dei lavori e per il compimento delle attività di attuazione delle deliberazioni del Comitato.

Possono essere chiamati a partecipare ai lavori della segreteria tecnico-amministrativa rappresentanti delle pubbliche amministrazioni partecipanti al Comitato, che prestano la loro attività a titolo gratuito.

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