Comando, coordinamento, controllo. Tre parole da ricordare. Morti e feriti sul binario della Barinord lasciarono le cronache. Rimane lo sconcerto. Smart city, piattaforme intelligenti? Il “via libera” al treno dalla stazione distante 17 chilometri, fu comandato da un telefono – vien da pensare – a manovella, di bachelite, trillo insostenibile. No, era un moderno smarphone. Il risultato non muta rispetto al 1825, avviandosi la prima ferrovia, su binario unico, ovvio. L’errore è inevitabile, si sa.
La tecnologia serve tuttavia ad abbassarne la soglia. Non è questione di binario unico, la gamma tecnologica può infatti regolare in sicurezza il va e vieni parossistico. D’altronde, riflettiamo, in qualunque stazione il tratto finale è “unico”, avvicendandovisi più treni, evidentemente coordinati, grazie alla tecnologia. Andiamo con ordine e vediamo il “comando”. Il capostazione comanda il “via libera” al treno in arrivo col “dispaccio telefonico”. Si chiedono “se” e “a che ora” il dispaccio sia stato inviato. Non ci pare il fatto principale. Si pensi al coordinamento, per esempio. Lecito chiedersi se non vi fosse un ufficio di coordinamento, il quale, ricevendo in parallelo tutti i medesimi dispacci di “via libera”, fosse in grado di appurare un “via libera” di troppo.
Il coordinamento richiede che i treni siano almeno dotati d’un GPS. Oggi parleremmo di altro. La spesa? Poche migliaia di euro. La funzione principale di management resta tuttavia il “controllo”. Tutto accade – potendo accadere ancora – senza controllo sulla congruità di quantità, qualità e modalità di impiego delle risorse. Chi ha dato il comando sbagliato è quindi al livello più basso delle responsabilità.