La circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 44/E del 27 ottobre
non lascia dubbi: niente incentivi fiscali per l’Innovazione, a
meno che non si tratti di apparecchiature o software strettamente
integrati al funzionamento dei macchinari acquistati.
“Questa novità suona come una presa in giro per tutto il
settore Ict, inserita a parziale integrazione di quel decreto
anticrisi di luglio che Assintel criticò ferocemente – rimarca
Giorgio Rapari, presidente di Assintel (l’associazione nazionale
delle imprese Ict che aderisce a Confcommercio) -. Allora
denunciammo che venivano detassati solo forni, pompe e rubinetti,
senza nemmeno un cenno a hardware e software, con una visione
figlia di logiche manifatturiere ormai superate da tempo”.
“Purtroppo oggi il commento non cambia registro: perché se è
vero che quell’integrazione si applica in deroga all’elenco
della divisione 28 della tabella Ateco 2007, è altrettanto vero
che i nuovi beni agevolabili, fossero anche Pc e software, devono
essere componenti o parti integrate al funzionamento dei nuovi
macchinari ammessi ai benefici – prosegue Rapari -. Questo
significa due cose: esclusione della quasi totalità degli
investimenti in innovazione di processo, che sono il motore per una
ripresa di competitività del nostro sistema complessivo. Ed
esclusione dai benefici della maggior parte delle imprese del
Terziario (di cui fanno parte le migliaia di aziende di Software e
Servizi) che ormai da anni costituiscono la parte più consistente
di cui è costituito il nostro sistema economico”.
Assintel chiede di avviare al più presto il Tavolo di Lavoro con
il ministero delle Attività Produttive, il ministero per la
Pubblica amministrazione e l’Innovazione e le più
rappresentative associazioni dell’Ict, di cui l’associazione ha
sottolineato la necessità già in occasione della presentazione
dell’Assintel Report.
“L’Ict ha bisogno di una immediata politica strutturale di
sostegno al mercato dell’Innovazione, altrimenti l’inverno, che
attendiamo molto rigido per il nostro comparto, lascerà sul campo
molte vittime”, conclude Rapari.